Argomenti trattati
Aumenta in tutto il Paese la copertura per l’effettuazione dello screening neonatale esteso per l’individuazione precoce di malattie metaboliche ed ereditarie: secondo il primo monitoraggio svolto dal Centro coordinamento degli screening neonatali (Ccs) sullo stato dell’arte dell’applicazione dei test neonatali nelle diverse regioni italiane, infatti, risulta che attualmente sono 18 le regioni pronte ad avviare gli screening.
Due anni fa la legge
L’indagine conoscitiva è stata effettuata dal Ccs dopo l’entrata in vigore dell’applicazione della Legge 167/2016 che includeva negli esami da effettuare alla nascita anche i test per identificare oltre 40 malattie metaboliche ed ereditarie: da allora sono state 18 le Regioni italiane – ovvero l’80% del totale – ad attivarsi per avviare il programma di screening neonatale esteso.
Rapido e sicuro
Il programma prevede che tutti i neonati vengano sottoposti gratuitamente a semplici test effettuati su poche gocce di sangue prelevate dal tallone nei primi giorni dopo la nascita: sia lo screening di base per le tre patologie che fino allo scorso anno erano le uniche obbligatorie (fenilchetonuria, ipotiroidismo congenito e fibrosi cistica), sia lo screening neonatale esteso a più di 40 patologie possono essere effettuati con lo stesso campione di sangue. Il prelievo viene effettuato prima delle dimissioni e il campione di sangue viene inviato ai Centri di screening neonatale di riferimento.
I nuovi Lea
I test per effettuare lo screening neonatale esteso per l’individuazione di malattie metaboliche ed ereditarie sono indicati nella legge Legge 167/2016 e sono stati inseriti nei nuovi Livelli essenziali di assistenza (Lea), ovvero le prestazioni e i servizi che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione (ticket). I nuovi Lea approvati nel 2017 sono contenuti nel decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 12 gennaio che sostituisce integralmente il DPCM 29 novembre 2001, che definì i Lea per la prima volta.
Prestazioni uniformi
“L’indagine messa a punto dal Ccs alla quale hanno risposto tutte le Regioni – spiega in una nota il ministero della Salute – è stata il primo atto della Commissione aggiornamento Lea realizzato dopo l’approvazione della Legge che ne prevedeva la sua istituzione. Il prossimo passo sarà quello di avviare un dialogo con le Regioni per l’attuazione di questa importante legge in modo da garantirne l’uniformità su tutto il territorio, oltre a standard di qualità elevati nella sua applicazione”.