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L’indice di Apgar (dal nome dell’anestesista statunitense che lo introdusse negli anni ‘50, Virginie Apgar) consiste nel risultato di una serie di test effettuati di routine al bambino appena nato per valutare la vitalità e l’efficienza delle funzioni primarie dell’organismo.
5 valori di riferimento
I parametri di riferimento considerati dall’indice di Apgar sono 5: battito cardiaco, capacità respiratoria, tono muscolare, riflessi neurologici, colorito di pelle e mucose (ovvero il rivestimento interno) di bocca e unghie. In pratica, si tratta di una sorta di “pagella” indicativa delle condizioni di salute e della capacità di adattamento all’ambiente esterno del neonato.
Come si calcola
Sommando i punteggi relativi ai 5 esami eseguiti (per ognuno viene assegnato un voto compreso tra 0 e 2) si ottiene l’indice di Apgar che va da un minimo di 0 e un massimo di 10 punti. Indicativamente i criteri di valutazione sono i seguenti:
– punteggio tra 7 e 10 punti: neonato “entro la norma”;
– punteggio tra 4 e 7 punti: neonato “depresso in maniera moderata”;
– punteggio tra 0 e 3 punti: neonato “depresso in maniera seria”.
Subito dopo la nascita
Il test viene effettuato 2 volte, 1 minuto e 5 minuti dopo nascita: il neonato, infatti, può compiere progressi significativi in questo breve lasso di tempo; se il punteggio risulta ancora basso (sotto i 6 punti) l’esame viene ripetuto nuovamente dopo altri 5 minuti e se necessario il piccolo viene subito sottoposto ai trattamenti utili presso il reparto di terapia intensiva neonatale.
Perché a volte è basso
Vi sono alcuni importanti fattori che il neonatologo deve considerare valutando i risultati dell’indice di Apgar:
– il bambino è prematuro (cioè è nato prima della 37° settimana);
– risulta piccolo per l’età gestazionale,
– ha subito traumi nel corso del parto;
– è stata rilevata sofferenza fetale;
– il parto è stato eseguito tramite un cesareo.
In tutti questi casi in genere l’inevitabile svantaggio iniziale viene recuperato nel giro di poco tempo grazie al progressivo adattamento del bimbo all’ambiente esterno.