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Il termine co sleeping indica il “dormire insieme”, con bimbo e genitori nello stesso ambiente condiviso. Non è l’equivalente di bed-sharing, che significa “dormire nello stesso letto”, o comunque sulla stessa superficie (per esempio su un divano). In entrambi i casi, si tratta di una consuetudine che asseconda l’esigenza del bambino di restare vicino alla madre, per trarre conforto dalla sua presenza e per poter essere allattato quando lo desidera. Ma preferire il co sleeping al bed sharing costituisce una importante differenza anche in termini di sicurezza. Vediamo insieme quali sono le regole per dormire con il proprio bambino in piena tranquillità.
Co sleeping, cos’è?
“Il co sleeping è una pratica naturale, perché rispetta il bisogno che ha il bambino di restare accanto ai genitori e, in particolare, alla madre, nei primi mesi di vita” spiega la dottoressa Emanuela Malorgio, pediatra ed esperta di disturbi del sonno nei bambini, vicepresidente nazionale Società italiana di cure pediatriche primarie. “Fa parte del cosiddetto sistema comportamentale dell’attaccamento, essenziale almeno fino all’anno di vita e in grado di assicurare il benessere e la sopravvivenza stessa del piccolo”.
Nei primi mesi di vita il lattante comunica i propri bisogni soprattutto attraverso il pianto. In molte occasioni la vicinanza di un genitore, la visione del suo volto, l’essere cullato o la possibilità di succhiare hanno il potere di calmarlo. Crescendo il bambino inizia a divenire più sensibile soprattutto al volto della mamma. Inizia ad accorgersi della sua assenza e la cerca con consapevolezza. A nove mesi circa il bambino è pienamente consapevole dell’assenza della mamma e comincia ad avvertire l’ansia da separazione.
Il co sleeping risponde profondamente a questa naturale esigenza del piccolo. Infatti il dormire vicini è una pratica da sempre presente nella storia dell’uomo ed è molto importante anche per aiutare il bambino che non dorme bene e che ha problemi di sonno.
Bed sharing, perché è meglio evitarlo
Sarebbe invece meglio evitare di dormire nello stesso letto, divano o altra superficie insieme con il bambino. Questa pratica viene definita bed sharing e, secondo gli esperti di molte istituzioni, come per esempio l’OMS e il Ministero della Salute, andrebbe evitata per l’elevato rischio di soffocamento o di schiacciamento che comporta. Il neonato è piccolo e delicato, anche solo il braccio della mamma o del papà sul suo petto ha un peso eccessivo e può comprimere il torace e ostacolare la respirazione. Il piccolo può finire con il viso contro il corpo di uno dei genitori e anche in questo caso non riuscire a respirare bene.
Per gli stessi motivi è molto importante evitare di far dormire il piccolo accanto a sé sul divano condividendo con lui quella piccola superficie, non adeguata a un sonno sicuro per il piccolo.
Il bed sharing in genere è quindi sconsigliato e, in particolare, dovrebbe essere proprio evitato se i genitori sono abituati a fumare o ad assumere alcolici, se sono in sovrappeso o se prendono farmaci che rendono il sonno molto profondo (per esempio sedativi).
I benefici del co sleeping
Il co sleeping ha invece benefici per la crescita affettiva e psicofisica del bambino. Vediamo quali sono.
- Il co sleeping aiuta il bambino a sentirsi più protetto e al sicuro, non gli dà “cattive abitudini”, anzi favorisce la sua esigenza di restare vicino al corpo materno durante l’allattamento. Lo stesso allattamento verrà agevolato soprattutto nella fase di avvio, perché la mamma può porgere il seno al bambino con naturalezza quando il piccolo ne ha bisogno. Lo stimolo della suzione migliora la produzione del latte;
- Alcuni studi hanno infatti dimostrato che il piccolo che dorme nella stessa stanza dei genitori ha un sonno meno profondo, ma non per questo meno rigenerante o più soggetto a risvegli. Avere meno sonno profondo sembra ridurre il rischio di eventi avversi come la SIDS (Sindrome della morte in culla).
- Il co sleeping, confortando e tranquillizzando il lattante, lo rende più sereno anche durante le ore diurne: riposando regolarmente, da sveglio è più reattivo e piange meno.
I consigli per un co sleeping in sicurezza
Per assicurarsi tutti i benefici del co sleeping, è importante seguire alcune semplici regole di sicurezza, che in parte sono quelle utili anche alla prevenzione della SIDS.
- Con il co sleeping il bambino può dormire in un lettino nella stessa stanza dei genitori, oppure è possibile utilizzare le soluzioni side-bed. “Si tratta di culle o lettini che si affiancano in sicurezza al letto dei genitori, alla stessa altezza, senza spondina” suggerisce la dottoressa. “In questo modo si può condividere il sonno e la vicinanza, favorendo l’allattamento al seno, ma garantendo al bambino uno spazio tutto suo per dormire in sicurezza, come consiglia anche il Ministero della Salute”.
- La culla o il lettino devono essere perfettamente in piano, allineati con il materasso dei genitori e senza solchi che si frappongano. Il bambino, altrimenti, potrebbe rotolare, affondarvi il viso e avere difficoltà di respirazione.
- Il piccolo va sempre messo in posizione supina su un materasso sufficientemente duro per evitare l’infossamento, senza cuscino e coperto con una copertina leggera, lasciandogli libere le braccia.
- La temperatura ambientale deve essere adeguata alla respirazione del bimbo (tra i 19 e i 21 gradi).
Co sleeping e SIDS
Il rapporto tra co sleeping e SIDS, la sindrome da morte in culla è ancora oggi un po’ controverso. Secondo gli esperti della AAP (Accademia americana di pediatria) il bed sharing non è mai indicato, soprattutto in caso di fattori di rischio per questa sindrome, come basso peso del neonato, nascita prematura, età inferiore ai quattro mesi.
Gli esperti dell’Unicef o della Leche League ritengono che la pratica del co sleeping in genere sia sicura, adottando le misure di sicurezza indicate prima. Alcuni ricercatori sostengono che il co sleeping possa perfino costituire una misura preventiva per la morte improvvisa. Infatti riduce la durata delle fasi di sonno profondo, in cui il bambino rischia di andare in apnea, una condizione che potrebbe predisporre alla SIDS.
Quindi, in mancanza di maggiori sicurezze, almeno per il momento è meglio tenere il bambino vicino a sé, nella stessa stanza, ma non nello stesso letto.