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Le conseguenze dell’inquinamento ambientale danneggiano i bambini fin dalla vita intrauterina. Tra i pericoli più frequenti, un basso peso alla nascita e con un cranio più piccolo del normale. È quanto sostiene Marie Pedersen, docente di medicina ambientale e salute occupazionale all’Università di Copenhagen.
A rischio soprattutto i bambini
Purtroppo, i danni provocati dallo smog non si limitano alla gravidanza. Jordi Sunyer, docente di medicina preventiva e salute pubblica all’Università Pompeu Fabra di Barcellona, ha spiegato come gli agenti inquinanti depositati nel tratto respiratorio possono raggiungere il sistema nervoso centrale, causando danni neurologici con meccanismi infiammatori e stress ossidativo, soprattutto nei bambini, nei quali il cervello non è ancora completamente sviluppato ed è quindi più indifeso.
Non solo nelle grandi città
E i danni da smog ormai non riguardano solo chi vive nelle grandi città. A Umea, nel nord della Svezia, il gruppo di ricerca di Anna Oudin ha condotto uno studio che ha confermato come l’inquinamento rappresenti un chiaro fattore di rischio per infiammazione neuronale nei bambini. Le particelle inquinanti, superando le barriere nel sangue cerebrale, causano disordini psichiatrici. Nei bambini che vivono in zone ad alto inquinamento si è registrata una maggiore prescrizione di farmaci per disturbi mentali, come sedativi, sonniferi e anti-psicotici.
Come proteggere i più piccoli
Meglio non far giocare i bambini all’aria aperta in zone particolarmente trafficate, mentre sono da preferire le grande aree verdi, compresi i parchi cittadini. Per i più piccoli, il marsupio è da preferire al passeggino, perché evita che il bambino respiri all’altezza dei tubi di scappamento delle auto. Nei tragitti in auto in fasce orarie di forte inquinamento è bene tenere sempre i finestrini chiusi.