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È uno dei classici dilemmi delle mamme: quando interrompere l’allattamento al seno? In realtà, non c’è un momento ideale in assoluto. Secondo gli esperti, più a lungo si allatta e meglio è, purché sia la mamma sia il bebè lo desiderino. L’Oms, l’Organizzazione mondiale dalla sanità, consiglia fino ai due anni e anche oltre. Un nuovo studio, però, solleva qualche dubbio. A detta degli autori, infatti, continuare oltre i due anni aumenterebbe il rischio di carie.
Analizzati più di 400 bambini
La ricerca, che ha interessato 458 bambini, è stata condotta da un gruppo di ricercatori americani, dell’Università della California, e pubblicato sugli Annals of Epidemiology. I genitori sono stati invitati a compilare dei questionari in merito alla frequenza delle poppate all’età di sei mesi e ai cibi introdotti nella dieta del piccolo all’età di un anno. Inoltre, tutti i bambini sono stati sottoposti a un controllo dentistico a 6, 12 e 38 mesi. Lo scopo era capire se fra allattamento al seno e salute dei denti da latte ci fosse una qualche relazione.
Il problema legato alla suzione
Dall’analisi dei risultati, è emerso che l’allattamento al seno può effettivamente interferire con la salute dei denti. Infatti, il 40% circa dei bambini fra i 6 e i 24 mesi che erano allattati dalla mamma presentavano una o più carie. Fra i bimbi che hanno continuato a essere allattati dopo i due anni, la percentuale saliva al 48%. Secondo gli esperti la “colpa” non è del latte materno, che non è in grado di provocare la carie, se non in maniera molto limitata. Il problema è legato alla suzione: questo gesto, infatti, riduce la quantità di saliva che entra un contatto con i denti. La saliva ha, però, un potere battericida, in grado di contrastare i batteri. Se è insufficiente, dunque, le probabilità di carie aumentano. I risultati dello studio sono sicuramente interessanti. Tuttavia, saranno necessarie altre ricerche per capire se effettivamente l’allattamento al seno prolungato può compromettere la salute della bocca.