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Quanto sia importante il latte materno per i neonati è già dato per scontato. Tuttavia, nello specifico, il ruolo protettivo di questo alimento contro i batteri è stato solo di recente evidenziato da una ricerca di un’équipe di chimici e medici della Vanderbilt University negli Usa.
L’azione dei carboidrati
Secondo i ricercatori americani nei carboidrati (zuccheri) del latte materno è contenuta la soluzione per debellare i superbatteri, ossia un mix di zuccheri, proteine e grassi.
Emergenza mondiale
Il rischio sanitario globale rispetto all’antibiotico-resistenza è alto: come ha affermato Sally C. Davies del governo britannico, sarebbero necessari almeno 10 nuovi antibiotici ogni decennio per evitare i peggiori pronostici.
Le analisi sullo Streptococco B
Durante la ricerca, gli scienziati hanno in particolare preso in esame lo Streptococco B, un batterio comune presenta sia nella flora intestinale sia nella mucosa genitale femminile. Questo batterio può essere trasmesso al neonato durante il parto, ed è inoltre in grado di causare infezioni molto gravi, come per esempio la meningite. I ricercatori hanno quindi ipotizzato che potesse essere il latte materno a rendere immuni i neonati, grazie all’azione antibatterica degli oligosaccaridi in esso presenti. Per giungere a questa conclusione, gli scienziati hanno isolato gli oligosaccaridi da cinque campioni di latte materno e li hanno messi a contatto con colture di Streptococco B. I risultati sono stati incoraggianti: in un caso l’azione antibatterica degli oligosaccaridi ha completamente distrutto la colonia di batteri, in un altro questa capacità è risultata nella media e nei tre campioni restanti l’attività sui batteri è stata invece più bassa.
Studi ancora in corso
In un altro studio, tuttora in corso, l’équipe di medici sta analizzando circa trenta campioni di latte materno per analizzare nel dettaglio il comportamento degli zuccheri. Per ora, i risultati hanno confermato l’azione antibatterica dei carboidrati, facendo ben sperare nella lotta contro i superbatteri del cosiddetto gruppo ESKAPE, (Enterococcus faecium, Staphylococcus aureus, Klebsiella pneumoniae, Acinetobacter baumannii, Pseudomonas aeruginosa e Enterobacter), responsabili delle infezioni più difficili da debellare con i tradizionali antibiotici.