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Non c’è neonato che non ne possa trarre vantaggio. Il latte materno è infatti l’alimento perfetto per il bebè, sia da un punto di vista qualitatitvo sia quantitativo, perchè il neonato succhia solo quello di cui ha bisogno. Per i bebè prematuri è addirittura meglio di un farmaco, perché è provato che può ridurre il rischio di malattie gravi e invalidanti. Le mamme che hanno partorito in anticipo, però, in genere hanno difficoltà ad allattare, anche perché non possono stare fisicamente sempre vicino al piccolo e stimolare bene l’avvio della montata lattea. Ecco perché sono nate le banche del latte materno, che conservano il latte materno donato da altre mamme e lo forniscono ai bebè che ne hanno bisogno. Questa rete, già così efficace e preziosa, a breve potrebbe diventare ancora più efficiente: è stata messa a punto, infatti, una nuova tecnica di conservazione del latte materno donato in grado di salvaguardare in misura maggiore le sue impareggiabili proprietà nutrizionali.
Il metodo attuale è efficace ma invasivo
Attualmente il latte materno donato e conservato nelle banche del latte viene trattato con la tradizionale pastorizzazione Holder, che consiste nel portare rapidamente il latte a una temperatura di 62,5 gradi e nel mantenerlo a questa temperatura per 30 minuti. Si tratta di un procedimento essenziale, perché aumenta la conservazione e distrugge eventuali microrganismi nocivi presenti e quei batteri che possono provocare alterazioni di varia natura. Tuttavia, può distruggere anche diversi ingredienti bioattivi e nutrizionali, riducendone i benefici.
La nuova tecnica è più “dolce”
Il dottor Guido Moro, presidente dell’Associazione italiana banche del latte umano donato (Aiblud), Laura Cavallarin del Cnr di Torino ed Enrico Bertino, direttore del Centro di terapia intensiva neonatale dell’Università di Torino, hanno lavorato alla messa a punto di una tecnica di pastorizzazione meno invasiva. Grazie ai loro sforzi, è nato un metodo innovativo, che prevede una pastorizzazione a una temperatura più elevata (72° C) ma decisamente più rapida: il procedimento dura da 5 a 15 secondi. In questo modo le principali proprietà del latte donato rimangono inalterate.