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L’allattamento al seno è sempre la forma di nutrizione più consigliata per il neonato. Dalla nascita fino al sesto mese di vita del bambino, infatti, il latte materno dovrebbe essere l’alimento esclusivo per il neonato. Ma ci sono casi in cui la mamma non può (o non vuole) allattare e quindi è necessario ricorrere al latte artificiale (o in toto o con aggiunta al latte materno).
Tante formule in commercio
Il latte artficiale ora in commercio presenta svariate formulazioni e si differenzierà sempre più, anche a seconda del sesso del neonato. Secondo Katie Hindle, esperta dell’Università di Harvard, infatti, i maschi necessitano di un latte artificiale dalla composizione più grassa e proteica. Le neonate, invece, hanno un fabbisogno più elevato di calcio. Come è arrivata la Hindle a tali conclusioni? Osservando e analizzando il latte prodotto dalle scimmie durante il periodo dell’allattamento e constatando quanto siano differenti le esigenze dei piccoli maschi rispetto ai cuccioli di sesso femminile.
Questione di ormoni
Parlando di composizione ideale del latte artificiale non si può prescindere nemmeno dal contenuto ormonale. In particolare, il cortisolo (detto ormone dello stress) pare essere più incisivo (con effetti indesiderati) sull’organismo femminile già in fase neonatale. Ciò significa che, a parità di quantità di questa molecola, i neonati maschi lo sopportano meglio, accusandone meno gli effetti negativi.
Se il latte materno non basta
L’American Association for the Advancement of Science ha effettuato numerose ricerche sulla composizione del latte materno, rifacendosi a diversi campioni di donne. E ne è risultato, com’era anche piuttosto prevedibile, che il latte materno si differenzia notevolmente da donna a donna sia per contenuto in grassi, proteine e vitamine sia per i livelli ormonali (cortisolo in primis). Se, quindi la mamma non può allattare o il latte scarseggia, dovrebbe avere a disposizione il miglior latte artificiale possibile per la crescita e le esigenze del proprio figlio. Dunque, la ricerca si focalizza proprio sulla differenziazione e “personalizzazione” delle formulazioni: nutrire il proprio bambino in modo ottimale e vederlo crescere secondo le curve prestabilite, infatti, dovrebbe essere un diritto per ogni mamma.