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Un bambino su due che riceve latte materno non raggiunge la giusta quantità di vitamina D. Per questo i pediatri consigliano l’integrazione di vitamina D per i neonati allattati al seno, così da evitare carenze. Eppure solo il 55% delle mamme che allattano somministra al bebè un’integrazione di vitamina D. Il dato arriva da uno studio condotto da un gruppo di ricercatori della Mayo Clinic di Rochester (Minnesota, Stati Uniti) e pubblicato sulle pagine della rivista Annals of Family Medicine.
Lo studio americano
Per giungere a questi risultati, i ricercatori, guidati da Tom Thacher, hanno monitorato 140 mamme che allattavano al seno i loro bimbi in modo esclusivo e altre 44 che utilizzavano per l’alimentazione dei piccoli sia latte materno sia latte artificiale. Dal monitoraggio è emerso che solo il 55% delle mamme somministrava ai bimbi vitamina D sotto forma di integrazione, e solo il 42% ne dava la quantità raccomandata dall’American Academy of Pediatrics (AAP), ovvero 400 unità internazionali (UI) al giorno. Quanto alla modalità di somministrazione, i ricercatori hanno rilevato che più della metà delle mamme partecipanti allo studio (il 57%) preferisce la somministrazione giornaliera, poiché considerata la più sicura.
Di più se l’assume la mamma
Dalla ricerca è, infine, emerso che per migliorare l’apporto di vitamina D nei neonati allattati al seno quasi nove mamme su dieci preferiscono assumere in prima persona l’integrazione vitaminica piuttosto che somministrarla direttamente al proprio bambino. I ricercatori spiegano, però che, a questo fine, dovrebbero essere assunti di routine con l’alimentazione materna maggiori dosaggi di vitamina D, affinché se ne assicuri l’assunzione al piccolo.