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L’autismo ancora oggi ha cause sconosciute ed è diagnosticabile solo intorno ai quattro anni di età. Tuttavia, già dai primi mesi di vita si può fare riferimento a dei parametri per individuare i primi segnali della malattia. Un recente studio del Max Planck Institute di Lipsia, pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, ha mappato diversi geni riconducibili al rischio d’autismo e, al tempo stesso, ha riconosciuto l’allattamento al seno capace di stimolare la socializzazione e la fiducia dei bambini a rischio dei disturbi dello spettro autistico.
L’allattamento rilascia l’ossitocina
Nello studio sono stati inclusi bambini che presentavano una mutazione nel gene CD38, considerato importante per lo sviluppo del comportamento sociale perché legato al rilascio di ossitocina, un ormone che promuove l’attaccamento tra madre e figlio. Inoltre, è stato dimostrato che l’allattamento al seno stimola il rilascio dell’ossitocina nelle mamme e, quindi, anche nei bambini.
Felicità e rabbia, le emozioni più riconoscibili
Il team, diretto dalla ricercatrice Kathleen Krol, ha cercato di capire quanto l’allattamento al seno fosse legato alla percezione delle emozioni, studiando il comportamento di 97 bambini di circa 7 mesi, dove più della metà aveva sviluppato la variante a rischio autismo del gene CD38. I ricercatori hanno posto mamme e bambini di fronte a un computer, dove venivano riportate diversi set di immagini. Ogni set mostrava un viso femminile con un’espressione neutra, posta accanto a un viso “emotivo”, caratterizzato talvolta da paura, felicità o rabbia nello sguardo. È emerso che tutti i bambini che erano stati nutriti al seno per un periodo più lungo (circa 6 mesi di media) avevano una forte preferenza per gli occhi felici, rispetto ai bambini che erano stati allattati al seno per minor tempo.
L’ipotesi dell’attaccamento
I ricercatori, oltre alle cause chimiche come il rilascio dell’ossitocina, hanno ipotizzato che l’allattamento al seno possa sviluppare più fiducia nel bambino, per via dello stretto contatto con la mamma. Questo spingerebbe il piccolo a essere più socievole ed empatico. È importante, però, prendere con cautela quest’aspetto, non ancora completamente dimostrato, onde evitare di colpevolizzare le madri di bambini con autismo che non hanno potuto allattare al seno.
Ancora molte domande
“I test di riconoscimento non sono un metodo sicuro per misurare il rischio di autismo” ha dichiarato il dottor Ruth Milanaik, direttore del Neonatal neurodevelopmental follow-up program al Cohen Children’s Medical Center di New York. La stessa capo ricercatrice, Kathleen Krol, ha dichiarato che servono ancora studi per diagnosticare l’autismo e provare sul lungo termine gli effetti dell’allattamento nei bambini a rischio.