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Durante l’allattamento è importante che la mamma faccia attenzione alle sostanze che assume. Infatti, attraverso il latte, possono arrivare al bebè. Questo vale a maggior ragione per i farmaci, che possono provocare effetti indesiderati nell’organismo ancora in via di formazione del piccolo. Se, però, la donna accusa un raffreddore di una certa entità o febbre elevata può ricorrere al paracetamolo.
Meglio evitare i farmaci
In linea generale, è meglio che nel corso dell’allattamento la mamma eviti il più possibile il ricorso ai farmaci. Sicuramente i rischi sono minori rispetto alla gravidanza. Infatti, l’organismo del bebè assimila solo una piccola parte del medicinale preso dalla mamma, mentre quando era nell’utero poteva arrivare a ricevere quasi tutta la quantità di principio attivo presente nel sangue materno. Inoltre, dopo la nascita molte tappe dello sviluppo degli organi si sono completate. Tuttavia, i farmaci presi dalla mamma entrano, comunque, nel latte. Per questo, è bene limitarne l’uso allo stretto necessario.
Solo nei casi più seri
In questo periodo è piuttosto probabile accusare febbre e raffreddore. Se i sintomi non sono troppo intensi, è consigliabile che la mamma che allatta non prenda farmaci. Al limite, può utilizzare prodotti naturali compatibili con l’allattamento, magari sotto forma di tisana. Inoltre, può ricorrere agli innocui ma efficaci suffumigi con acqua e bicarbonato. Se, però, la febbre è elevata e la mamma è molto congestionata può sentire la necessità di un aiuto farmacologico. In questo casi, meglio ricorrere al paracetamolo, che ha effetto febbrifugo e antidolorifico e che non nuoce al bebè. Basti pensare che può essere usato anche nei neonati senza particolari problemi.
No ai fans
Meglio, invece, evitare i fans (antinfiammatori non steroidei), i comuni antipiretici e analgesici da banco. Sono molto diffusi ed è possibile che siano presenti in casa. Fra gli effetti collaterali, c’è anche un aumento del rischio di emorragie.