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L’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda di allattare al seno, in modo esclusivo, per i primi 6 mesi di vita del bambino e di continuare, possibilmente, anche dopo l’inizio dello svezzamento. In questo periodo di tempo, in cui va salvaguardata la salute sia della mamma sia del bambino, il ricorso ai farmaci è generalmente controindicato e la donna viene invitata alla massima cautela. Per molti farmaci non esistono, tuttavia, dati definitivi e univoci circa gli effetti negativi sulla salute del bebè. Secondo i foglietti illustrativi delle confezioni, l’80% degli 11.207 farmaci oggi disponibili sul mercato italiano è controindicato in allattamento, mentre solo il 2% viene giudicato sicuro.
Come possono interferire
Per quanto riguarda i farmaci che influiscono sul sistema nervoso centrale, come gli antidepressivi e i sedativi, eventuali effetti negativi sul lattante, sia a breve termine (alterazione del ritmo sonno-veglia, sonnolenza, difficoltà alimentari) sia a lungo termine sul sistema nervoso centrale, non possono essere esclusi. La decisione di prescriverli spetta al medico, in accordo con la mamma, sulla base della valutazione dello stato clinico della donna e dei farmaci che deve assumere. Gli esperti sottolineano che, il più delle volte, l’allattamento al seno è compatibile con la giusta aspirazione a curarsi.
Depressione post parto e insonnia
Ricordiamo però che la depressione post parto è una malattia che richiede una diagnosi medica e un trattamento specifico, che comprende la psicoterapia ed, eventualmente, l’uso di psicofarmaci. Per l’insonnia, invece, sono indicati i rimedi naturali, utilizzabili anche in allattamento: si possono assumere capsule o gocce di valeriana, passiflora, melissa o camomilla. Vanno bene anche le tisane o, in alternative, un bicchiere di latte caldo prima di coricarsi (contiene sostanze che conciliano il sonno).