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Nove donne su dieci iniziano l’allattamento al seno dopo la nascita del neonato, ma già al momento delle dimissioni dall’ospedale la percentuale di successo diminuisce: in alcune regioni, già a distanza di pochi giorni dal parto, solo tre donne su dieci allattano il piccolo al seno in modo esclusivo, senza aggiunte con il biberon. Sono i dati forniti nel corso del 69° congresso della Sip (Società Italiana di pediatria) che evidenziano una realtà diversa da quanto raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità: assicurare l’ allattamento esclusivo al seno almeno fino ai sei mesi. Questo significa che, per il primo semestre di vita, il bambino non ha bisogno di introdurre altro alimento o bevanda ma può essere nutrito esclusivamente con il latte della mamma, senza alcuna integrazione di acqua, tisane o latte formulato.
Tanti vantaggi per il bebè
Attraverso il latte, il bambino riceve sostanze nutritive equilibrate nelle giuste proporzioni, oltre che preziosi anticorpi di cui il latte è ricchissimo, che lo proteggeranno nei confronti di virus e batteri nei primi mesi di vita. È dimostrato che il bimbo allattato al seno è meno soggetto al rischio di sviluppare allergie, in quanto le sostanze fornitegli attraverso il latte della mamma abituano il suo organismo ad avere una risposta immunitaria, cioè di difesa, più efficace nei confronti degli agenti esterni. Inoltre, l’allattamento esclusivo al seno permette di prevenire il rischio di obesità nell’età adulta grazie al corretto e bilanciato apporto di nutrienti presenti nel latte materno. Questo sembra dipendere anche dal fatto di indurre, attraverso l’allattamento a richiesta, una migliore autoregolazione nell’assunzione del latte da parte del neonato, che si abitua da subito a mangiare solamente ciò di cui ha bisogno. L’unicità del latte materno non si esaurisce ovviamente solo nella perfetta ed equilibrata composizione dei suoi nutrienti, ma consiste anche nella possibilità di interazione psicologica tra la mamma e il bambino.
Fa bene anche alla mamma
Un allattamento al seno prolungato, ossia che abbia la durata di almeno sei mesi, non solo fa bene al bambino, ma è importante anche per la mamma, che vede ridotto il rischio di tumore al seno e all’ovaio e anche di osteoporosi, il fisiologico processo di demineralizzazione delle ossa.