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La vulvodinia colpisce circa il 12-14% della popolazione femminile e in Italia ne soffrono circa 4 milioni di donne; può comparire a qualsiasi età, anche se il picco si registra tra I 20 e I 40 anni.
Un dolore intenso
Nel mondo, una donna su sette soffre di vulvodinia con sintomi nell’area genitale talmente dolorosi da incidere profondamente sulla vita quotidiana: si tratta di una neuropatia periferica, ossia di un’alterazione nella trasmissione degli impulsi nervosi e in particolare di quelli dolorosi. Comporta un dolore forte e intenso della zona vulvare, spesso descritto come quello provocato dalla puntura di spilli e può essere continuo o presentarsi a intervalli. Per molte donne la condizione è aggravata anche dalla presenza di ipertono dei muscoli del pavimento pelvico; inoltre sono spesso presenti anche cistiti ricorrenti e stipsi.
Peggiora la qualità della vita
La vulvodinia può rendere difficile persino camminare o indossare un paio di pantaloni attillati; talvolta è insopportabile persino il contatto con la biancheria intima e, non di rado, anche i rapporti intimi sono del tutto impossibili. Tutto ciò incide pesanemente nella vita quotidiana e ancora di più in quella di relazione.
Un mix di fattori
Le cause della vulvodinia non sono ancora del tutto conosciute. Ma può dipendere da fattori irritativi ripetuti, tra cui infezioni vaginali come la candidosi, traumatismi dovuti a scarsa lubrificazione durante i rapporti sessuali o ipertono muscolare, incontinenza urinaria. Altri disturbi associate sono quelli vescicali, della minzione e la contrattura pelvica.
Ancora poco conosciuta
Nonostante l’alta incidenza, la vulvodina è una patologia sottodiagnosticata per la scarsa conoscenza che se ne ha anche da parte di molti medici. Inoltre, le donne spesso provano disagio a parlarne. La diagnosi viene fatta con un tampone vaginale, dopo aver escluso altre patologie. Si distingue una forma generalizzata e una localizzata.
Come si cura
Non esiste un trattamento uguale per tutte le donne. Innanzitutto ,va curata l’alimentazione, bevendo almeno due litri di acqua al giorno e regolarizzando la funzione intestinale. Si devono poi evitare I detergenti intimi aggressivi, usare solo biancheria intima di cotone bianco e non utilizzare gli assorbenti interni. Occorre poi seguire una terapia medica che comprende sia integratori alimentari, sia farmaci neurotropici, antinfiammatori e farmaci della classe degli antidepressivi triciclici. Inoltre, si agisce con una terapia locale vulvo-vaginale a radiofrequenza ed elettroporazione.