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Un vaccino contro il raffreddore ancora non esiste, ma sono in corso studi per verificare la possibilità di realizzarlo al più presto. Un gruppo di ricercatori della Scuola di medicina della Emory University di Atlanta (Stati Uniti), per esempio, sostiene che è possibile miscelare dozzine di tipi diversi di virus del raffreddore per ottenere un vaccino in grado di stimolare la produzione di anticorpi negli animali. Non resta che sperare!
Più di cento varianti
I virus in questione sono i cosiddetti rinovirus, la causa più comune di raffreddore. Esistono più di 100 varianti in circolazione, secondo le stime, per questo un vaccino contro il raffreddore al momento non c’è e non è facile riuscire a prevenire i sintomi di raffreddamento scatenati da uno di questi microbi attraverso un singolo vaccino. Al tempo stesso, però, bisogna riconoscere che i rinovirus non sono variabili tanto quanto i virus dell’influenza e questo rende teoricamente più semplice trovare alla fine un unico preparato valido.
Prevenire tutte le forme?
Con i loro esperimenti gli scienziati americani hanno dimostrato che gli anticorpi prodotti in seguito alla somministrazione del vaccino riescono a prevenire l’infezione di cellule umane coltivate in laboratorio. Mancano però ancora le prove della capacità di bloccare l’infezione sia nei modelli animali sia nell’uomo. Il prossimo passo dovrebbe essere un modello di somministrazione dei virus nell’uomo.
Sicuro quello contro l’influenza
E se un vaccino contro il raffreddore ancora non esiste, è invece disponibile, e dalla sicurezza ed efficacia comprovate, il vaccino contro i virus dell’influenza stagionale. È raccomandato a tutti, non solo alle categorie più a rischio, anche alle donne in gravidanza durante il secondo o terzo trimestre, viste le possibili serie complicanze in caso di influenza, sia per la madre, sia per il nascituro.
Sì per le future mamme
Alcuni studi hanno dimostrato che la vaccinazione antinfluenzale, fatta dalla mamma in gravidanza, protegge anche il bambino, soprattutto nei primi 4 mesi di vita, dal rischio di contrarre la malattia. I bambini, non avendo la storia delle precedenti influenze, sono più suscettibili alla malattia che poi trasmettono ai familiari.
E per i bimbi in età prescolare
Inoltre per i più piccoli l’influenza può determinare complicanze e nei primi anni di vita anche un ricovero. Per questo gli esperti consigliano l’immunizzazione anche dei bambini sani dell’età prescolare, come da anni viene già fatto in altri Paesi, come il Regno Unito.