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Una nuova ricerca mette in guardia dai rischi per la salute del cuore derivanti dai turni di lavoro pressanti. La mancanza del giusto riposo determina effetti come l’aumento della contrattilità del muscolo cardiaco, l’innalzamento della pressione arteriosa e un’accelerazione del battito.
Troppi straordinari alterano il ritmo cardiaco
Uno studio dalla University College di Londra durato dieci anni e pubblicato sulla rivista scientifica European Heart Journal ha coinvolto 85 mila persone, dimostrando come chi fa turni di lavoro corre un rischio più alto di incorrere in fibrillazione atriale: in pratica, può incorrere in un’alterazione del ritmo cardiaco che rende il battito del cuore rapido ed irregolare.
Più pericoli dopo 40 ore
Nel corso della ricerca i volontari sono stati divisi in gruppi in base alle ore lavorative settimanali (da meno di 35 alla settimana a 55 o più). Nel corso del tempo sono stati registrati tutti i casi di aritmia evidenziati. Gli studiosi hanno poi confrontato i casi di aritmia nelle persone che lavoravano 35-40 alla settimana con quelli di coloro che superavano le 55 ore settimanali. È risultato che se l’incidenza media della fibrillazione atriale è di 12,4 per 1.000 persone, tra coloro che lavorano 55 ore o più è di 17,6 per 1.000.