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Si tratta di uno dei tumori più subdoli. Ma non è un nemico invincibile, anzi: negli ultimi anni le chance di guarigione sono aumentate. È fondamentale, però, rivolgersi a centri altamente specialistici: solo in questi luoghi, infatti, esistono strumenti ed équipe multidisciplinari in grado di affrontare nel modo migliore il tumore dell’ovaio. Lo hanno ricordato gli esperti riuniti in occasione del decimo compleanno dell’Ovarian cancer center dell’Istituto europeo di oncologia (Ieo).
Sintomi poco caratteristici
Secondo i dati ufficiali, in Italia il tumore dell’ovaio colpisce circa 5.200 donne ogni anno, classificandosi al nono posto tra le forme tumorali. Purtroppo nelle fasi iniziali non dà sintomi, per questo la diagnosi precoce è molto rara. Fra l’altro, le possibili manifestazioni sono poco caratteristiche, per cui complicano ulteriormente il riconoscimento. Le più comuni sono addome gonfio, aerofagia e bisogno frequente di urinare. In particolare, bisogna fare attenzione se questi disturbi si presentino insieme (o in rapida sequenza) all’improvviso, magari associati a un’anomala sensazione di sazietà, anche a stomaco vuoto.
La situazione in Italia non è rosea
Il tumore all’ovaio spaventa molto e, in effetti, fino a qualche anno fa era difficilmente curabile. Oggi le cose sono migliorate in maniera sostanziale. A patto di rivolgersi a centri d’eccellenza. “Ci dedichiamo al tumore dell’ovaio da venti anni e da dieci abbiamo creato un centro dedicato. In tutto questo tempo abbiamo capito che offrire alle pazienti un trattamento chirurgico e medico adeguato cambia le prospettive in termini di sopravvivenza e qualità di vita” ha spiegato Angelo Maggioni, direttore della chirurgia ginecologica allo Ieo. La differenza non riguarda solo le donne malate, ma anche le loro famigliari: spesso, infatti, questa malattia ha una base genetica e può colpire più donne della stessa famiglia. Ebbene, nei centri di eccellenza si valuta anche il rischio delle parenti, oltre a fare ricerca su nuovi farmaci e nuove cure. Il problema è che in Italia solo una piccola parte delle donne colpite da tumore all’ovaio viene curata in strutture specializzate.