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Non c’è alcun legame tra l’indossare un reggiseno e il rischio di contrarre un tumore al seno. Uno studio pubblicato sulla rivista della American Association for Cancer Research smentisce l’ipotesi che l’indumento intimo più diffuso sia una delle cause di tumore al seno.
Lo studio su 1.000 donne
Dallo studio, che ha coinvolto circa 1.000 donne affette dai due sottotipi più comuni di tumore al seno e altre 469 donne sane, tutte tra i 55 e i 74 anni, è emerso che, nei due gruppi, il rischio di ammalarsi era simile, al di là del modello indossato, della taglia, dell’età in cui si ha iniziato a utilizzarlo e del numero di ore in cui solitamente se ne fa uso. Il risultato è che non c’è alcun legame tra l’indossare un reggiseno e il rischio di contrarre un tumore al seno.
Perché il reggiseno era imputato
Lo studio è nato dalla constatazione che il cancro del seno è più diffuso nei Paesi industrializzati rispetto quelli in via di sviluppo: si è cercato allora di indagare le diverse abitudini, anche d’abbigliamento, delle donne per individuare i possibili fattori di rischio. Alcune teorie avevano ipotizzato che il drenaggio dei prodotti di scarto in e intorno alla mammella potesse essere ostacolato dal reggiseno. I risultati sono stati rassicuranti: non c’è alcun legame tra l’indossare un reggiseno e il rischio di contrarre un tumore al seno.
I fattori di rischio confermati
Confermati i fattori di rischio già noti, sia quelli prevenibili (l’obesità, il fumo, l’uso eccessivo di estrogeni) che quelli non modificabili, come l’età avanzata (più del 75% dei casi di tumore del seno colpisce donne sopra i 50 anni), la familiarità (circa il 5-7% delle malate ha più di un familiare stretto malato), la genetica (le mutazioni dei geni BRCA1 e BRCA2 sono responsabili del 50% circa delle forme ereditarie di cancro del seno).
Importante la prevenzione
È possibile ridurre il rischio di ammalarsi con un comportamento attento e gli opportuni esami di controllo. È bene fare esercizio fisico e alimentarsi con pochi grassi e molti vegetali (frutta e verdura, in particolare broccoli e cavoli, cipolle, tè verde e pomodori). Anche l’allattamento è un fattore protettivo, perché consente alla cellula del seno di completare la sua maturazione e quindi di essere più resistente a eventuali trasformazioni neoplastiche.