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Si è sempre pensato che fosse una malattia prettamente maschile. E, invece, il tumore al polmone non risparmia nemmeno il sesso femminile. Anzi, negli ultimi anni il numero delle donne colpite è aumentato vertiginosamente. Addirittura, negli Stati Uniti, questa patologia è diventata la prima causa di morte per cancro nelle donne, sorpassando il tumore al seno. Una vera e propria emergenza che esperti, istituzioni e popolazione non possono più ignorare.
Una malattia in crescita
Secondo i dati presentati nel corso del congresso dell’Iaslc (Associazione internazionale per lo studio del tumore ai polmoni), tenutosi recentemente a Vienna, il tumore ai polmoni rimane il cancro più comune nel sesso maschile, in tutto il mondo, con 1,2 milioni di casi. È diffuso soprattutto nell’Europa orientale e centrale (53,5 su 100.000) e nell’Asia dell’est (50,4 su 100.000). È purtroppo in netta crescita anche nel sesso femminile: basti pensare che solo negli Stati Uniti, negli ultimi 37 anni i nuovi casi sono diminuiti del 28% negli uomini, mentre sono aumentati del 98% tra le donne. Praticamente raddoppiati.
Le cose peggioreranno in futuro
L’incidenza del tumore al polmone nelle donne è più alta nell’America del nord (33,8), ma anche nel nord Europa (23,7) e nell’Asia orientale (19,2). Oggi questa malattia è la prima causa di morte per cancro nelle donne americane, la seconda tra le europee, la terza tra le italiane. E i numeri sono destinati purtroppo ad aumentare. Secondo lo Iaslc, i morti passeranno dagli 1,6 milioni del 2012 ai 3 milioni del 2035, e di questi in gran parte saranno donne.
Colpa delle sigarette e non solo
Le cause? Sicuramente l’abitudine sempre più diffusa anche fra le donne di fumare sigarette. Secondo gli esperti, infatti, il fumo di sigaretta ha un ruolo importante nel 90% dei casi di malattia fra gli uomini e nel 70% fra le donne. Fra l’altro, sembra che queste ultime presentino una maggiore sensibilità alle sostanze cangerogene, poiché a parità di sigarette consumate sviluppano di più il cancro degli uomini. Altri possibili fattori di rischio sono menopausa precoce, meno di tre gravidanze, ciclo mestruale breve, ricorso alla terapia ormonale e una storia familiare di tumori sensibili agli ormoni.