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L’infezione da HPV (Papilloma virus) è molto frequente e viene trasmessa prevalentemente per via sessuale. I Papillomavirus (se ne contano più di 200 tipi differenti, circa 40 dei quali in grado di infettare le mucose dell’area anogenitale), rappresentano una minaccia fin da quando inizia l’attività sessuale. Alcune ricerche, inoltre, hanno dimostrano che la giovane età ed il numero dei partner sessuali rappresentano una condizione di rischio per contrarre l’infezione, che può provocare lesioni che poi possono evolvere in tumore al collo dell’utero.
Proprio per questo la prevenzione è fondamentale. E oggi è possibile grazie a un test casalingo delle urine o con un tampone vaginale, che identifica la presenza di lesioni pre-cancerose. In questo modo, lo screening preventivo diventa più veloce per le donne che attualmente devono recarsi periodicamente in ambulatorio.
Pratico ed efficace
Il test, chiamato S5, è stato sviluppato dalla dottoressa Belinda Nedjai, direttore del Laboratorio di Epidemiologia Molecolare della Queen Mary University of London, ed è stato finora verificato su 620 donne. È risultato accurato sia nell’individuare le lesioni, sia nel distinguere quelle ad alto rischio di trasformarsi in un tumore al collo dell’utero.
Stesso risultato ma a casa propria
Il test, quindi, viene considerato una novità molto importante, se si pensa che attualmente lo screening preventivo per il tumore del collo dell’utero si basa sul Pap test e su l’HPV test. In quest’ultimo caso, se l’esito è positivo, la donna viene ricontattata per eseguire la colposcopia, esame visivo che individua eventuali lesioni precancerose. Il test S5 consente di fare la stessa cosa, ma a casa propria, intercettando così anche tutte quelle donne che saltano gli screening periodici.
Servono ulteriori studi
Il test potrebbe entrare nella pratica clinica nel giro di circa cinque anni come opzione aggiuntiva o come alternativa agli screening attuali, ma dovrà essere ulteriormente verificato su un campione di 10mila donne.