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La tiroide è una delle ghiandole più importanti del nostro corpo, ma pochi sanno esattamente come funzioni. E ancora meno sono le persone che conoscono le malattie che possono colpirla e i loro sintomi. Eppure, sono circa sei milioni, pari al 10% della popolazione totale, gli italiani con un problema a questa ghiandola.
Quando si infiamma
La tiroide è una ghiandola a forma di piccola farfalla, posta nella regione anteriore del collo, davanti alla laringe. Produce due ormoni contenenti iodio che controllano moltissime funzioni dell’organismo: la tiroxina o T4 e la triodotironina o T3. Se un tempo la malattia tiroidea più comune in assoluto era e il gozzo, ossia un aumento di volume della ghiandola, oggi è la tiroidite di Hashimoto o tiroidite cronica autoimmune, una malattia caratterizzata dalla comparsa di auto-anticorpi, sostanze di difesa che, invece di aggredire elementi estranei all’organismo, danneggiano le cellule che compongono la tiroide. Questa aggressione scatena un’infiammazione cronica dell’organo. In alcuni casi la tiroidite autoimmune non causa conseguenze nemmeno dopo anni. In altri casi, invece, nel lungo periodo causa un’alterazione nel funzionamento della tiroide. Quasi sempre, quando evolve, sfocia nell’ipotiroidismo.
Ipo e ipertoroidismo
Per ipotiroidismo s’intende una ridotta funzionalità della tiroide, con scarsa produzione di ormoni tiroidei. La persona colpita può avvertire un senso di stanchezza accentuato fin dal mattino, una facile faticabilità, una scarsa concentrazione, un lievissimo aumento di peso (nell’ordine di due-tre chili). Si tratta di manifestazioni aspecifiche e comuni ad altre malattie. Per questo, anche l’ipotiroidismo, come la tiroidite, spesso viene scoperto per caso, durante controlli eseguiti per altri motivi. L’1-2% della popolazione soffre, invece, di ipertiroidismo, un’esagerata attività della ghiandola e, dunque, una sintesi massiccia di ormoni tiroide. Si manifesta con sintomi evidenti e caratteristici, come tachicardia, cardiopalmo, forte dimagrimento, sudorazione abbondante, intolleranza al caldo, agitazione e tremore delle mani, insonnia notturna. Difficilmente, quindi, la persona non si accorge di nulla e anche per il medico è facile sospettare la presenza di un problema alla tiroide.
Il ruolo dello iodio
“La causa più frequente di disturbi alla tiroide è la carenza di iodio che può provocare gozzo, noduli o ipotiroidismo. Assumere iodio in quantità adeguata con l’alimentazione è fondamentale. Il fabbisogno quotidiano stimato è di 150 microgrammi per adulti, 90 per bimbi fino a 6 anni, 250 per donne in gravidanza e l’allattamento” spiega Massimo Tonacchera, segretario dell’Associazione italiana tiroide (Ait).