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Stare seduti accorcia la vita. Non è un nuovo proverbio, ma il preoccupante esito di una ricerca svolta in Brasile da un gruppo di ricercatori. Se si sta seduti più di tre ore al giorno, infatti, aumentano in modo esponenziale le probabilità di morire prematuramente. Per porre rimedio ed evitare che la sedia ci derubi anni di vita, gli esperti consigliano di muoversi spesso, alzarsi, andare a bere o in bagno.
Seduti più di tre ore al giorno
Oltre il 60% delle persone nel mondo passa più di tre ore al giorno su una sedia. Questa abitudine risulta essere deleteria. Secondo uno studio dell’Università di San Paolo (Brasile) pubblicato sull’American Journal of Preventive Medicine, ed effettuato in 54 Paesi, la sedentarietà ha contribuito a 433.000 morti dal 2002 al 2011.
Aumentano i decessi
I ricercatori hanno analizzato dati di precedenti lavori nei 54 Paesi e hanno considerato i decessi e le dimensioni della popolazione collegandoli al tempo trascorso seduti. Dall’analisi dei dati è emerso che il tempo medio passato dalle persone in posizione seduta è di 4,7 ore al giorno. Quando stiamo troppo seduti, più di tre ore al giorno, mettiamo la nostra vita in pericolo aumentando inconsapevolmente il rischio di morte prematura.
Dimezzare il tempo che si sta seduti
“Ridurre del 50% la sedentarietà, alternandola a una posizione eretta o con una moderata attività fisica, potrebbe far scendere il rischio per tutte le cause di mortalità del 2,3%”, fanno sapere gli esperti. “Per ora questi sono i dati migliori che abbiamo – ha sottolineato Leandro Rezende, autore principale della ricerca – ma non sappiamo se la relazione tra sedentarietà e decessi è causale”.
Le piccole azioni che aiutano
“Ci sono semplici azioni che possiamo fare per prevenire le conseguenze di una prolungata sedentarietà – conclude Rezende -: alzarsi dal proprio posto di lavoro e andare a bere qualcosa invece, per esempio, di avere la bottiglia d’acqua sulla scrivania, alzarsi comunque di tanto in tanto e passare del tempo in piedi che, da solo, aumenta il dispendio energetico”.