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Il sonno è un grande alleato della salute. Non solo perché permette di recuperare energie e di rigenerarsi a livello mentale, ma anche perché svolge tutta una serie di funzioni fondamentali per l’organismo. Inclusi il cuore e le arterie. Fino a oggi però non si sapeva esattamente quali legami di causa-effetto ci fossero fra un riposo di buona qualità e quantità e una buona salute cardiovascolare. Ora uno studio condotto da un’équipe di ricercatori americani dell’Istituto nazionale per il cuore, i polmoni e il sangue (Nhlbi), e pubblicato sulla rivista medica Nature, aiuta a fare chiarezza.
La ricerca in laboratorio
Lo studio è stato condotto in laboratorio su un gruppo di topi. Per prima cosa gli autori li hanno modificati geneticamente in modo che fossero predisposti allo sviluppo di una malattia del tutto simile all’aterosclerosi umana. Quindi, li hanno divisi in due gruppi: uno è stato sottoposto a un periodo di privazione del sonno, mentre l’altro ha potuto dormire normalmente. Prima, durante e dopo l’esperimento, i ricercatori hanno eseguito una serie di test su tutti gli animali, allo scopo di valutare il loro stato di salute generale e, in particolare, lo stato di salute del cuore. Lo scopo era capire quale relazione esistesse fra riposo notturno e parametri cardiovascolari.
Aumentano le sostanze infiammatorie
Analizzando i risultati, gli esperti hanno scoperto che la privazione del sonno è nociva per il cuore. Infatti, nei topi che non hanno potuto dormire, si è verificato un calo dell’ormone ipocretina, che regola il ciclo sonno-veglia nel cervello e agisce sul midollo osseo, riducendo il rilascio in circolo di cellule ad azione infiammatoria, molto dannose per la salute cardiovascolare perché favoriscono l’arteriosclerosi. Inoltre, si è visto che nei topi sottoposti a privazione del riposo, nelle arterie si sono formate placche di grasso un terzo più grandi rispetto a quelle negli animali con un sonno normale. “Abbiamo identificato il meccanismo con cui un ormone prodotto dal cervello controlla la produzione di cellule infiammatorie nel midollo osseo in modo da proteggere i vasi sanguigni” hanno spiegato gli studiosi.
Ormone “amico” del cuore
In un secondo momento, gli esperti hanno somministrato ipocretina nei topi e scoperto che questa cura riduce gli effetti negativi della privazione di sonno. Hanno, dunque, concluso che l’ormone gioca un ruolo nell’infiammazione e nell’aterosclerosi. Hanno però aggiunto che serviranno nuovi studi per capire se lo stesso succede nell’uomo e se dunque l’uso di ipocretina può essere un fattore protettivo per la salute del cuore.