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La sindrome premestruale potrebbe aumentare il rischio di ipertensione arteriosa nelle donne. A suggerirlo è uno studio condotto alla Harvard School of Public Health e alla Massachusetts University (Stati Uniti). Gli scienziati hanno esaminato 3.500 donne, un terzo delle quali ha sofferto di sindrome premestruale, un insieme di malesseri che compaiono nei 5 giorni precedenti la mestruazione e comprendono sintomi psichici (depressione, ansia, irritabilità, confusione mentale), fisici (tensione mammaria, gonfiore addominale e degli arti inferiori, cefalea) e comportamentali (disturbi del sonno e del comportamento alimentare).
Uno studio durato vent’anni
Dopo aver seguito il campione per 20 anni, i ricercatori hanno constatato che le donne che soffrivano di sindrome premestruale correvano un rischio maggiore del 40% di sviluppare ipertensione nei successivi 20 anni rispetto alle altre donne. I rischi sarebbero stati più significativi se i sintomi erano comparsi in giovane età. Hanno così concluso che la sindrome premestruale potrebbe aumentare il rischio di ipertensione arteriosa nelle donne.
Gli accorgimenti utili
L’ipertensione arteriosa, che interessa quasi un terzo degli italiani, è un disturbo che predilige il genere femminile. La sindrome premestruale potrebbe aumentare il rischio di ipertensione arteriosa nelle donne. Gli studi suggeriscono, però, che uno stile di vita sano può ridurre il rischio. Misure utili sono: mantenere il peso forma (con un indice di massa corporea inferiore a 25), fare una regolare attività fisica ) (basta anche una camminata a passo svelto ogni giorno), seguire una dieta ricca di frutta, verdura e povera di grassi, con pochi latticini e a basso contenuto di sodio, bere poco alcol, assumere integratori di acido folico (400 microgrammi al giorno) e non esagerare con i farmaci analgesici (non più di una volta a settimana).
Attenzione alla pressione alta
Se l’ipertensione non viene trattata in maniera adeguata può comportare gravi danni al cuore, alla circolazione e ai reni, aumentando il rischio di insufficienza cardiaca, infarto e ictus. I valori ottimali della pressione sanguigna sono 130 la massima e 85 la minima: il sistema cardiovascolare inizia a essere a rischio con un valore pari a 140/90. In caso di ipertensione accertata, l’Organizzazione mondiale della sanità suggerisce di associare ai farmaci attività fisica e un’alimentazione con poco sale.