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Meno pericolose delle sigarette tradizionali, ma non per questo innocue: le sigarette elettroniche potrebbero causare seri danni alla salute, come alterazioni del Dna che sono spesso l’anticamera di patologie tumorali. È questa la conclusione di una ricerca multidisciplinare realizzata dall’Alma Mater Studiorum di Bologna e pubblicata su Scientific Reports-Nature.
Più radicali liberi
Secondo i ricercatori l’assenza di combustione di tabacco prodotta dalle sigarette tradizionali fa sì che le sigarette elettroniche siano generalmente considerate meno dannose per la salute. Diversi studi concordano, però, sul fatto che l’assenza di combustione non evita la produzione di sostanze tossiche come acroleina, formaldeide e acetaldeide. L’indagine tossicologica ha infatti mostrato una diminuzione della capacità antiossidante del tessuto polmonare e l’aumento della produzione di radicali liberi: due condizioni che hanno un ruolo primario nel generare quello “stress ossidativo” spesso imputato come causa o concausa di tumori, invecchiamento cellulare e malattie degenerative.
Il danno al Dna delle cellule
Nello studio è stato registrato anche un aumento significativo dei livelli di colesterolo e degli acidi grassi saturi cui è associato un aumentato fattore di rischio per le patologie cardiovascolari. Ma la scoperta più preoccupante riguarda la capacità dei vapori delle sigarette elettroniche di danneggiare l’informazione genetica all’interno della cellula. Negli animali esposti alle e-cig, in particolare, sono stati osservati danni al Dna delle cellule del sangue.
I numeri del fumo
Il numero di fumatori in Italia è pressoché invariato negli ultimi anni. Gli svapatori sono 1,3 milioni ,ma si tratta soprattutto di consumatori duali, cioè fumatori che usano contemporaneamente e-cig e sigarette tradizionali. Il 64% dei consumatori di e-cig utilizza quelle contenenti nicotina. Soltanto un fumatore su 10 ha smesso di fumare.