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Gli ultimi dati dati dell’Istituto Superiore di Sanità in merito alle infezioni sessuali parlano chiaro: i casi sono in aumento e il 71,5% è stato diagnosticato negli uomini. I più a rischio sono i giovani, che prendono meno precauzioni.
E se nell’immaginario collettivo si pensa che le infezioni sessuali siano appannaggio solo di stranieri, prostitute e omosessuali così non è: queste patologie colpiscono tutte le persone sessualmente attive, soprattutto sempre più crescono tra i giovanissimi, in particolare tra le donne. Infezioni subdole che mettono a rischio la capacità riproduttiva.
Quali sono in Italia le infezioni sessuali più diffuse?
Le patologie più frequenti, nel complesso, sono i condilomi ano-genitali (60.583 casi, 43% del totale), la sifilide latente (11.490 casi, 8,2%) e l’herpes genitale (10.140 casi, 7,2%).
Tra i dati dell’Iss emerge che il 68,6% delle persone con infezione a trasmissione sessuale ha effettuato un test anti-Hiv al momento della diagnosi di infezione, scoprendo nell’8% dei casi (7.728) di essere positivo. In particolare, dopo il 2008 si è assistito a un incremento costante della prevalenza di Hiv tra le persone con malattia sessualmente trasmissibile, fino a un massimo dell’11,7% nel 2016.
Il sistema, secondo l’Istituto Superiore di Sanità, non ha una copertura nazionale e quindi non segnala la totalità delle persone con infezione a trasmissione sessuale presenti in Italia, ma assicura stabilità e costanza nell’invio dei dati, permettendo di misurare nel tempo la frequenza relativa e gli andamenti temporali delle singole infezioni, nonché di valutare i fattori di rischio associati.
Emblematico è il caso della clamidia che mostra un trend in crescita dal 2008, con un incremento di quasi quattro volte tra il 2008 e il 2019, in particolare nelle donne tra i 20 e i 25 anni.
Come evitare le infezioni sessuali?
Per invertire il trend, sono diverse le azioni possibili: favorire la diagnosi e il trattamento precoce delle IST facilitando l’accesso ai servizi sanitari attraverso un Percorso Integrato di Cura (PIC) della persona a rischio di o con IST; favorire la diagnosi precoce di Chlamydia trachomatis attraverso l’offerta del test in donne giovani, anche se asintomatiche, in particolare se pluripartner; migliorare il contact tracing delle persone con IST e promuovere la terapia del partner; sostenere la prevenzione primaria favorendo la vaccinazione anti-HPV, anti-epatite B, anti-epatite A.
Che malattie si possono prendere senza preservativo?
L’uso del profilattico è la prima difesa per le malattie a trasmissione sessuale. Ma può non bastare per un’infezione che si trasmette attraverso le mucose (ossia nell’apparato urogenitale, uretra, vescica e utero e vagina nelle donne e glande nell’uomo).