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Anche il sorriso è in pericolo per colpa della pandemia. Oltre 18 mesi alle prese con il Covid-19 hanno avuto un forte impatto negativo sulla salute degli italiani, che hanno trascurato cure e prevenzioni su molti fronti, anche quello della salute orale.
Dal dentista per le emergenze
Secondo i dati a disposizione, infatti, circa un terzo degli italiani durante il periodo della pandemia si è rivolto al dentista solo per urgenze contro solo poco più di un quarto di accessi negli studi dentistici per controlli di routine. Una percentuale che nel Sud del Paese arriva però a superare il 40% dimostrando con chiarezza come l’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 abbia penalizzato in modo consistente l’accesso alla prevenzione e alle cure odontoiatriche, anche a causa della crisi economica che ha inevitabilmente comportato.
L’indagine su 30.000 italiani
Questo il quadro che emerge da una ricerca condotta dalle Università di Milano e Berna su un campione di 30mila italiani che mostra un chiaro peggioramento delle condizioni di salute del cavo orale e delle abitudini in materia di prevenzione e salute orale. La ricerca, realizzata in collaborazione con l’Associazione nazionale dentisti italiani (Andi), è stata presentata nel corso del 41° mese della Prevenzione Dentale, l’unico programma di prevenzione odontoiatrica attivo in Italia fin dal 1980 che, nel corso della sua storia, vanta ben un milione di visite e migliaia di consulenze gratuite, volte a tutelare la salute orale.
Il parere degli esperti
“I nostri dati, sia pure ancora parziali – afferma il professor Guglielmo Campus dell’Università di Berna – sono perfettamente in grado di descrivere quanto ancora oggi la prevenzione delle patologie del cavo orale in Italia sia un capitolo aperto e quanto sia fondamentale, proprio in termini di prevenzione, un intervento della politica”.
“L’impegno del terzo settore e di quello privato non può sopperire a tutti i bisogni della popolazione: una presa in carico da parte delle istituzioni è ormai urgente e non più differibile” ribadisce Carlo Ghirlanda, presidente Andi, spiegando che l’obiettivo è quello di lanciare un Manifesto per la Cultura della Prevenzione, una comune dichiarazione di intenti che vuole tradurre parole e buoni propositi in azioni concrete, con risultati tangibili e misurabili.