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Siamo ormai abituati a sentirci dire che molti disturbi sono psicosomatici sono legati ad ansia e depressione, ma nel caso della mancanza di fiato o problemi respiratori potrebbe essere proprio vero.
Un problema, tante cause
«È un dato di fatto, sul quale anche gli pneumologi, sono d’accordo – conferma Giancarlo Cerveri, direttore del Dipartimento di Salute Mentale, Asst di Lodi anche perché spesso siamo in presenza di un intreccio di fattori: per esempio chi soffre di una forma depressiva e ha effettivi problemi respiratori, frequentemente anche ha un’adesione parziale al trattamento prescritto e mantiene stili di vita poco salutari (abitudine al fumo, scarse attività fisica e riposo notturno disturbato o insufficiente) che portano a situazioni più difficilmente gestibili”.
Vita in bilico
Il risultato di questo intreccio tra psiche e corpo non è solo quello di peggiorare la qualità della vita, ma di rischiarne la “quantità”. «La depressione, infatti, può peggiorare lo stato infiammatorio generale, il che non giova certo a molte malattie respiratorie che hanno già un substrato infiammatorio», prosegue Cerveri.
Legame tra ansia e carenza di fiato
Spiega l’esperto: «La dispnea è una delle più tipiche manifestazioni delle forme ansiose. Ma anche la sensazione di mancanza di fiato dovuta a patologie fisiche, specie se croniche, si manifesta sempre con una partecipazione ansiosa, spesso anche in condizioni di buona ossigenazione, confondendo paziente, familiari e anche lo specialista sull’andamento del disturbo. Quindi, in presenza di problemi respiratori sarebbe consigliabile anche una valutazione di tipo psichiatrico ogni qual volta emergano sintomi psichici intensi che interferiscono sul percorso clinico del malato».
Un aiuto dal saturimetro
Per capire se la mancanza di fiato è solo percepita o è reale basta un saturimetro, strumento che abbiamo imparato a conoscere a causa della pandemia da Covid-19. Se però questo non è sufficiente a restituire serenità, allora è opportuno chiedere aiuto al proprio medico.
Un’eredità del Covid-19
«Il Covid-19 ha trasformato le nostre abitudini, difficile pensare che non lascerà tracce sull’attenzione alla salute – conclude Cerveri -. Per alcuni, l’esperienza della fragilità, cui non eravamo più abituati, porterà a curare maggiormente gli stili di vita, l’alimentazione per vivere in modo più sano. Altri invece sosteranno l’inutilità di qualunque attività per ridurre il rischio di malattia. Altri, infine, svilupperanno un’ansia costante senza però la capacità di attivare comportamenti utili».