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La pressione alta è una malattia per cui da tempo esistono i farmaci efficaci; il problema, però, è prescriverli correttamente e assumerli altrettanto correttamente. Ancora oggi, infatti, nonostante la disponibilità delle terapie, soltanto il 15-20% dei pazienti raggiunge i valori pressori adeguati. A questo riguardo la Società europea di cardiologia e la Società europea dell’ipertensione hanno presentato le nuove raccomandazioni in materia di pressione alta.
Cambiare strategia di cura
Il primo consiglio è quello di iniziare subito la terapia antiipertensiva con due principi attivi, meglio se in un’unica compressa, al contrario di quanto veniva fatto in passato con il cosiddetto trattamento “a gradini”, ovvero cominciare con un solo farmaco cui via via se ne poteva associare un altro se il primo non funzionava. Il nuovo tipo di prescrizione dovrebbe superare il problema dei medici che stentano a prescrivere il secondo farmaco, ma anche far sì che i pazienti assumano i farmaci correttamente. Le terapie di associazione sono già disponibili ed efficaci.
I nuovi valori-limite
La seconda raccomandazione delle Linee guida riguarda l’inizio del trattamento anche in quelle persone a cui in precedenza sarebbe stato consigliato solo di cambiare stile di vita. Il nuovo obiettivo della cura è, infatti, quello di mantenere la pressione massima (sistolica) sotto i 140 millimetri di mercurio (mmHg) e la minima sotto i 90.
Gravi rischi per il cuore
L’ipertensione è una condizione cronica e silente e per questo non sempre adeguatamente diagnosticata. Nel mondo sono oltre 1 miliardo le persone che ne soffrono: intorno al 30-45% della popolazione adulta (il 60% oltre i 60 anni). In Italia colpisce almeno 15 milioni di persone e rappresenta la principale causa di mortalità prematura per infarto e ictus e un importante fattore di rischio per scompenso cardiaco, fibrillazione atriale e altre malattie cardiovascolari. L’ipertensione arteriosa aumenta anche le probabilità di andare incontro a una stenosi (cioè a un restringimento) o a un’insufficienza (cioè una cattiva chiusura) della valvola aortica, che regola il passaggio del sangue dal ventricolo sinistro all’arteria aorta e da qui a tutto l’organismo.