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Balla che… la pressione alta scende. Meglio poi se lo si fa con un fiore tra i capelli, una ghirlanda al collo, abbandonandosi alle note dolci dell’ukelele. L’hula dance, la danza tradizionale della Hawaii, è diventata di recente oggetto di studio per una prerogativa speciale: abbinata a farmaci e dieta corretta, sarebbe in grado di abbassare la pressione alta anche quando i protocolli classici falliscono.
Non solo alle Hawaii
A suggerirlo è uno studio preliminare condotto sui nativi hawaiani in base al quale la danza tipica hawaiana potrebbe essere un aiuto per tutti, anche lontano dalle spiagge esotiche del Pacifico, come sostiene Joseph Keawe’aimoku Kaholokula, autore principale del lavoro e presidente del Dipartimento Salute dei nativi hawaiani all’università delle Hawaii di Manoa, Honolulu. Lo studio è stato condotto sui nativi hawaiani, perché sono proprio loro che spesso, nonostante i farmaci, hanno difficoltà a controllare la pressione del sangue, con un aumentato rischio di malattie coronariche e ictus.
Più rischi di infarti e ictus
Tra loro, infatti, patologie cardiache e infarti hanno tassi quattro volte più alti rispetto ai bianchi non ispanici e insorgono 10 anni prima che tra gli hawaiani bianchi e asiatici. Kaholokula e colleghi hanno reclutato così oltre 250 nativi hawaiani, per l’80% donne, che – nonostante i trattamenti antipertensivi – mantenevano una pressione sistolica (la massima) pari a 140 millimetri di mercurio (mmHg) o superiore, oppure pari a 130 mmHg o superiore in presenza di diabete di tipo 2.
Due volte alla settimana
Dopo tre sessioni di un’ora in cui i pazienti sono stati informati su dieta, esercizio fisico e corretta assunzione dei farmaci, i partecipanti sono stati divisi a caso in due gruppi: uno non ha seguito alcuna misura terapeutica aggiuntiva, l’altro, sempre in aggiunta ai medicinali, ha frequentato classi di hula dance con lezioni di un’ora due volte alla settimana per tre mesi, seguite da una lezione mensile per altri tre mesi, auto-allenamento e attività di sensibilizzazione su ipertensione e vita sana.
Risultati positivi nel tempo
Dopo 6 mesi, rispetto al gruppo di controllo, quello che aveva seguito le lezioni di hula dance mostrava più probabilità di avere ridotto la pressione sanguigna sotto i 130 mmHg per la massima e gli 80 mmHg per la minima (diastolica), nonché più probabilità di aver perso oltre 10 mmHg di pressione massima, un calo che abbassa significativamente il rischio di infarto, ictus e scompenso cardiaco. Miglioramenti che perduravano anche nei 6 mesi successivi.