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Secondo uno studio basato su interviste solo il 5% degli italiani raggiunge il fabbisogno quotidiano di iodio. Avere poco iodio costituisce ancora oggi un grave problema sanitario e sociale in tutto il mondo, Italia compresa. Nonostante la situazione sia migliorata rispetto al passato, si stima che nel mondo il 29% della popolazione sia ancora esposta a questa carenza nutrizionale.
Rischio gozzo
In Italia si ammalano di gozzo (aumento del volume della tiroide causato dalla carenza di iodio) circa 6 milioni di persone, più del 10% della popolazione, con circa 50 ricoveri ogni 100 mila abitanti e un impatto economico sul Servizio sanitario nazionale di oltre 150 milioni di euro all’anno. Uno studio realizzato dall’Osservatorio nutrizionale Grana Padano ha esaminato 1.200 interviste tra le 5.000 realizzate nel 2015 in tutta Italia, utilizzando un software online messo a disposizione di medici, pediatri, dietisti e operatori sanitari: è emerso che mediamente gli intervistati raggiungono solo 60 microgrammi di iodio giornaliero con gli alimenti, pari a meno della metà della dose consigliata e che solo il 5% degli intervistati raggiunge il fabbisogno quotidiano.
Gli effetti della carenza
Assumere poco iodio può comportare manifestazioni differenti a seconda del periodo della vita. Lo iodio è importante perché è il costituente fondamentale degli ormoni tiroidei, il cui ruolo è centrale nello sviluppo, nella crescita e nel mantenimento dell’equilibrio metabolico dell’individuo. Secondo i Livelli di assunzione raccomandati di nutrienti (Larn) il fabbisogno giornaliero di iodio negli adolescenti (11-17 anni) è di 130 microgrammi e per gli adulti di 150. Per le donne in gravidanza e allattamento tale quantità aumenta sensibilmente, raggiungendo i 200 microgrammi al giorno; in questi ultimi due casi una sua eventuale carenza aumenta il rischio di aborto e di deficit cognitivi nel bambino.
Dove si trova
Gli alimenti più ricchi di iodio sono i crostacei, i mitili (cozze e vongole) e i pesci di mare. Una porzione di pesce apporta circa 150 g di iodio. Anche le uova (35 g di iodio) ne contengono molto, così come lo yogurt (78 g) e alcuni formaggi, come fontina e taleggio. La verdura ha un basso contenuto di iodio, mentre la carne ne conta 50 microgrammi ogni chilo. È sicuramente utile utilizzare il sale iodato, ma a causa della piccola quantità di sale raccomandata (non più di 5 g al giorno), ciò non basta a garantirne l’apporto quotidiano.