Argomenti trattati
Non è solo una questione estetica. Quando i denti sono sporchi e poco curati, si possono verificare conseguenze non solo a livello del cavo orale, ma anche dell’intero organismo. La placca dentale, infatti, favorisce lo sviluppo di vari processi dannosi. L’ultima conferma arriva dagli esperti della Società italiana di parodontologia e implantologia (Sidp).
Tutta colpa dei batteri
La placca dentale è una sorta di pellicola molle e appiccicosa di colore bianco-giallastro, formata da residui alimentari e da batteri molto adesi tra di loro e alle superfici dentali. Occorre sapere che nella bocca vivono più di 700 ceppi batterici diversi, alcuni buoni e altri dannosi. In condizioni normali, sono in equilibrio fra loro. In presenza di placca, invece, si crea un ambiente privo di ossigeno, l’ideale per lo sviluppo dei batteri cattivi, che dunque finiscono con il prendere il sopravvento, arrivando ad aggredire, nei soggetti suscettibili, le strutture del parodonto. Il risultato? Possono comparire carie e parodontite: un’infezione che inizialmente riguarda solo la gengiva, ma nel tempo si estende, arrivando fino all’osso in cui alloggiano i denti.
Aumenta il rischio infiammazioni
Una parodontite trascurata non causa conseguenze solo a livello della bocca. Recentemente è stato dimostrato che fra le malattie delle gengive e le malattie croniche sistemiche più pericolose e diffuse, quali le malattie cardio-vascolari, il diabete, l’obesità, le infezioni polmonari, gli ascessi cerebrali e l’artrite reumatoide, esiste una relazione. Infatti, il sistema circolatorio può trasportare in tutto il corpo i batteri che non sono stati eliminati a livello della bocca, innescando pericolose reazioni infiammatorie a distanza. Inoltre, si è visto che le persone con parodontite tendono a essere più soggette a processi infiammatori sistemici. “Nel 100% delle placche ateromatose che possono dare origine a infarti e ictus si può riscontrare Dna di batteri tipici della placca dentaria e nel 40% dei casi è possibile rinvenirvi i germi stessi. Chi soffre di parodontite ha un rischio di infarto più alto di quello dei pazienti con un elevato spessore della parete delle carotidi e se si sono persi denti la probabilità di sviluppare aterosclerosi è elevatissima” ha spiegato Claudio Gatti, presidente Sidp.
I campanelli di allarme
Secondo gli esperti bastano sei denti colonizzati dai batteri della placca dentale per avere un rischio fino a tre volte più elevato di parodontite e, quindi, delle malattie a essa correlate. Per questo, è essenziale non trascurare eventuali campanelli di allarme. Quali? Il sanguinamento gengivale, specialmente durante la pulizia dei denti e il consumo di cibi duri, associato a gonfiore e arrossamento; l’alito cattivo; un allungamento dei denti e un cambiamento nella loro posizione nel corso degli anni.