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Che non siano sostanze salutari per la salute è risaputo da tempo. Ma non tutti conoscono i pericoli connessi a un’esposizione elevata ai pesticidi, in grado di svolgere molte azioni nocive sull’organismo, a tanti livelli.
Come si diffondono gli antiparassitari
I pesticidi, conosciuti anche come antiparassitari, sono sostanze chimiche che vengono utilizzate comunemente nel settore agricolo per eliminare gli organismi parassiti che danneggiano le piante coltivate e il terreno. Grazie al loro impiego, dunque, si possono ottenere ortaggi migliori e si può avere una resa nettamente maggiore. Purtroppo, però, non senza effetti collaterali. Finiscono, infatti, nelle falde acquifere e negli alimenti, arrivando fino all’uomo, dove possono causare danni di vario tipo. Basti pensare che già nel 1992 l’Istituto superiore di sanità ha ammesso che molti pesticidi probabilmente possono causare diverse forme di cancro e alterazioni del sistema endocrino.
Più rischi per determinate malattie
Diversi studi condotti sugli animali hanno dimostrato che l’uso di pesticidi si associa a un rischio molto elevato di cancro. Sembra che a ciascun tipo di antiparassitario corrisponda un rischio aumentato per determinati tumori. Per esempio, la triazina si associa a probabilità maggiori di sviluppare carcinoma ovarico, mentre i composti organofosforici di linfoma non Hodgkin e leucemia. Tuttavia, non si hanno ancora dati certi per parlare di associazioni consolidate. Quel che è certo è che i composti di arsenico e gli insetticidi usati per uso professionale sono stati classificati come cancerogeni dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro.
Interferenze sul sistema riproduttivo
I pesticidi costituiscono poi una minaccia per la fertilità. Innanzitutto perché interferiscono con il sistema endocrino e l’equilibrio ormonale, due fattori chiave per il concepimento. Inoltre, pare che questi composti danneggino lo sperma e dunque le cellule riproduttive maschili e alterino le ovaie e la loro funzionalità.
Effetti anche sul Parkinson
Un’altra possibile conseguenza nefasta dell’esposizione ai pesticidi è rappresentata dal Morbo di Parkinson. Secondo uno studio condotto dagli scienziati dell’University of California di Los Angeles (UCLA) e pubblicato sulla rivista medica Neurology, infatti, alcuni erbicidi di uso comune, anche a concentrazioni basse, aumentano il rischio di questa temibile malattia, in quanto andrebbero a inibire l’enzima aldeide deidrogenase (Aldh), che gioca un ruolo cruciale nella detossificazione delle cellule.