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Un nuovo test fai da te per individuare con grande anticipo la presenza del Papilloma virus, quello che può evolvere in tumore: non è ancora attivo ma lo si sta studiando.
Ha preso il via, infatti, un nuovo studio internazionale sulla prevenzione del carcinoma del collo dell’utero, provocato proprio dal Papilloma virus. Obiettivo: validare un nuovo test molecolare pensato per una ricerca più rapida ed efficace del Dna del Papilloma Virus Umano ad alto rischio.
Tanti centri coinvolti
Allo studio partecipano i Centri di Colposcopia dei Consultori Familiari Assl di Sassari, il Laboratorio di Epidemiologia Molecolare dell’Unità Operativa di Igiene dell’Aou di Sassari, l’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, l’Università di Milano Bicocca oltre al Belgian Cancer Centre e al il Molecular Pathology Laboratory del Hvidovre Hospital, in Danimarca.
Auto-prelievo vaginale
l test è basato su un auto-prelievo vaginale in grado di evidenziare la presenza del Dna del Papilloma Virus. Una tecnica che, in attesa di eseguire l’esame colposcopico e dell’eventuale analisi citologica, contente di ottenere una prima indicazione sulla presenza del virus e di mettere tempestivamente in atto le attività preventive, assistenziali e vaccinali.
Tempi più rapidi
“L’utilizzo di questa metodologia di prelievo all’interno delle attività di screening della cervice uterina consentirà ai nostri Centri di Colposcopia di ridurre le tempistiche per la verifica della presenza del Dna del Papilloma Virus e di allargare la platea delle donne”, afferma il coordinatore dei Consultori della Assl di Sassari, il dottor Roberto Pietri.
Per ora rimane il Pap-test
Attualmente lo strumento di diagnosi e di prevenzione ad oggi più utilizzato consiste nel Pap-test che, se eseguito a intervalli regolari (ogni 2-3 anni), anche in gravidanza, riduce il rischio di sviluppare tumore cervicale di circa il 70 per cento. L’Hpv, Human Papilloma Virus, è un’infezione molto diffusa, trasmessa prevalentemente per via sessuale. Finora sono stati identificati più di 120 tipi di Hpv. Dei 12 ceppi classificati ad alto rischio, due (HPV 16 e 18) si sono rivelati i principali responsabili dell’evoluzione tumorale dell’infezione.