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Il consumo di oppiacei e antidepressivi negli Stati Uniti è ormai fuori controllo. Quadruplicati anche i decessi per overdose. I dati degli ultimi vent’anni parlano chiaro: dal 1999 a oggi il numero di prescrizioni di farmaci oppiacei e antidepressivi sono quadruplicati e così le morti per overdose.
Senza ricetta del medico
Se poi si considera che le morti provocate da una tra le droghe più abusate negli ultimi anni dello scorso millennio – l’eroina – sono oggi praticamente prossime allo zero, i confini del problema assumono ben presto una terribile e ben delineata fisionomia. Nel solo 2015 i Centers for Disease Control and Prevention hanno registrato 55mila decessi per overdose da droghe. Di questi, ben 33mila sono riconducibili al consumo di oppiacei e antidepressivi, di cui poco meno della metà sotto prescrizione medica.
Un problema trasversale
Nel 2016 la percentuale di morti per overdose ha fatto registrare un ulteriore +19%, e i dati relativi al 2017 confermano questo trend. Nonostante la sempre maggiore attenzione a riguardo, infatti, il problema è più vivo che mai e colpisce la popolazione in maniera trasversale, indipendentemente dalla condizione sociale. Sotto accusa è il Fentanyl, un analgesico oppioide di origine sintetica che, secondo le stime, potrebbe aver causato la morte di quasi 4mila persone nel solo 2016, con uno sconcertante +600% di morti riferite al suo consumo.
Emergenza nazionale
Considerando che dal 2000 le morti per overdose da oppiacei e antidepressivi sono state 180.000, l’impennata degli ultimi anni rappresenta un piaga enorme. Preoccupazione è stata espressa anche dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump che ha definito il problema derivato dal consumo di oppiacei come una vera e propria emergenza nazionale. Emergenza che richiederà sforzi e fondi per essere debellata. L’unica soluzione, per ora, pare essere quella di consentire ai governi dei vari Stati di permettere un accesso più semplice a farmaci – come il naxolone – capaci di invertire l’effetto overdose.