Argomenti trattati
Uno studio della Pennsylvania ha identificato un biomarcatore per identificare i nei a rischio, che un giorno potrebbero essere pericolosi per la salute trasformandosi in melanomi, tumori maligni particolarmente aggressivi. Secondo la ricerca effettuata dalla Perelman School of Medicine dell’Università della Pennsylvania e pubblicata sull’American Journal of Patology, si tratta del gene p15: minore è l’espressione del gene all’interno delle cellule del neo, maggiore sarà il rischio che questo diventi un melanoma. Considerato che nel 30-40% dei casi i tumori maligni vengono associati a un neo, il ruolo di questo biomarcatore sarebbe dunque quello di inibire la proliferazione delle cellule dei nei.
Come si è svolta la ricerca
Gli studiosi hanno colorato nei e tumori con anticorpi p15 e p16, dopodiché ne hanno studiato l’intensità della colorazione per stabilire un punteggio a livello di proteine all’interno delle cellule. Dal test è emerso che se la colorazione è alta si tratta di un neo benigno, se invece è bassa significa che nella zona circoscritta è presente un neo maligno. Gli scienziati sperano che questo biomarcatore possa aiutare i medici ad individuare più facilmente i nei a rischio e che possa essere applicato nel giro di 2 anni.
Gli aspetti da osservare
Per identificare i nei a rischio si prendono in considerazione una serie di caratteristiche estetiche che vengono riassunte nella sigla “ABCDE”: A per asimmetria, B per bordi irregolari, C per colore, D per dimensioni ed E per evoluzione del neo nel corso del tempo. Quali sono dunque i primi campanelli d’allarme? Solitamente un neo benigno possiede una forma circolare e tondeggiante mentre quella di un neo maligno (il melanoma) è più irregolare. Altre avvisaglie possono essere: un neo sanguinante, arrossato, che presenta un nodulo o che dà prurito.