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Frequentare musei e mostre, oltre a essere una interessante e piacevole attività culturale, serve anche a potenziare la memoria e mantenere attivo il cervello e ridurre il rischio di sviluppare una forma di demenza. È quanto emerge da una ricerca realizzata a Londra su quasi 4mila persone e pubblicata sul British Journal of Psychiatry.
Benefici anche dopo 10 anni
Lo studio ha tenuto conto di possibili fattori di confondimento per potenziare la memoria, come le variabili sociali e demografiche. Infatti, chi frequenta musei e mostre, in genere, appartiene anche a fasce socioeconomiche elevate e quindi potrebbe godere anche di altri fattori che riducono il rischio di demenza. Secondo gli autori dello studio, guidati dalla psichiatra Daisy Fancourt del Department of Behavioural Science and Health dell’University College of London, “Il nostro studio ha dimostrato per la prima volta che tra le persone che frequentano musei almeno alcune volte l’anno, si riscontra un tasso inferiore nell’incidenza della demenza su un periodo di controllo di 10 anni”.
Arma contro la sedentarietà
I risultati dell’indagine, però, sono stati confermati anche dopo l’esclusione di altre variabili. “Visitare musei rappresenta una forma di leggera attività fisica che riduce gli effetti negativi della sedentarietà – dicono ancora gli autori dello studio – e costituisce anche un particolare tipo di coinvolgimento sociale dal momento che incoraggia a uscire di casa, spesso in compagnia di familiari e amici”.