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È un esame fondamentale, che in diversi casi si rivela salva-vita. La mammografia, infatti, permette di riconoscere, anche precocemente, eventuali malattie della mammella e, in particolare, il tumore del seno, purtroppo ancora molto frequente nel sesso femminile. Ecco perché la mammografia in Italia viene offerta gratuitamente come test di screening a un’ampia fascia della popolazione. Nonostante ciò, però, sono ancora troppo poche le donne che usufruiscono di questa opportunità . A lanciare l’allarme, gli specialisti riuniti recentemente in occasione del convegno “Breast Journal Club. L’importanza della Ricerca in Oncologia”, secondo cui, a oggi, solo il 56% delle italiane che avrebbero dovuto sottoporsi a una mammografia l’ha effettivamente effettuata.
È un esame fondamentale
La mammografia è l’unico esame che permette di compiere un’indagine panoramica sull’intera mammella, studiandone forma e struttura. Viene eseguita con un’apparecchiatura dedicata, il mammografo, in grado di emettere un fascio di raggi X “ottimizzati” per lo studio di quest’area. Non richiede particolari preparazioni, come digiuno, e non necessita del ricorso al mezzo di contrasto. Non è doloroso, anche se la donna può provare fastidio alla compressione delle mammelle. La mammografia viene usata per lo screening del tumore al seno perché consente di individuare lesioni in fase precoce, che si possono presentare sotto diverse forme, per esempio microcalcificazioni, noduli a margini irregolari oppure aree di alterazione strutturale.
Programmi di screening ignorati
In Italia, il programma di screening per la diagnosi precoce del tumore mammario è rivolto tradizionalmente alle donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni: tutte, ogni due anni, ricevono l’invito da parte della Asl di appartenenza per sottoporsi gratuitamente a una mammografia di controllo. Recentemente, però, alcune regioni, alla luce delle ultime evidenze, hanno ampliato le destinatarie dell’offerta, permettendo a tutte le donne nella fascia d’età 45- 74 anni di sottoporsi allo screening gratuito, con una periodicità annuale nelle donne sotto ai 50 anni. Ciò nonostante ancora una donna su tre non si sottopone agli screening.
Lombardia regione più virtuosa
L’adesione minore si registra nelle regioni meridionali: non a caso, infatti, proprio al Sud la sopravvivenza dopo tumore al seno è leggermente inferiore, con una percentuale dell’85% contro quella dell’88% del Nord. La Lombardia è una delle regioni più virtuose, con un tasso del 67% di aderenza. Il tumore al seno è “una malattia che riusciamo a sconfiggere nell’oltre 80% dei casi. È un dato positivo ma non si può sottovalutare una neoplasia così diffusa” ha commentato Daniele Generali, direttore Patologia Mammaria e Ricerca Traslazionale dell’ASST di Cremona.