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Le malattie veneree continuano a persistere nel mondo, addirittura con la comparsa di infezioni che prima non erano così diffuse. È quanto emerso nel 26° Congresso dell’European Academy of Dermatology and Venereology sulle malattie sessualmente trasmesse.
La situazione in Italia
In Italia, il Presidente Adoi (Associazione dermatologi ospedalieri Italia) Antonio Cristaudo, ha posto l’accento sulla mancata diminuzione delle malattie veneree. In particolare, secondo i dati del Centro del San Gallicano, che monitora le malattie a trasmissione sessuale in Italia, sifilide e blenorragia sono stabili, mentre è ritornato con maggiore incidenza il linfogranuloma venereo. Ma non è solamente l’incidenza delle malattie veneree che preoccupa gli esperti, quanto la resistenza alle terapie antibiotiche per debellarle.
Sifilide e gonorrea le più resistenti
La sifilide sta ritornando a colpire i Paesi sviluppati, con 6 milioni di nuove infezioni ogni anno tra i 15 e i 49 anni. Per curare la malattia, si somministra di solito la penicillina per iniezione e l’azitromicina, antibiotico che purtroppo ha iniziato a non essere più efficace. Se anche la penicillina dovesse presentare lo stesso problema, individuare nuove efficienti terapie potrebbe richiedere molto tempo. Lo stesso timore è rivolto ancor di più verso la gonorrea, ormai resistente a moltissimi antibiotici e sempre più spesso curata con l’associazione di almeno due farmaci. Tra le varie resistenze agli antibiotici quella più preoccupante è comparsa in Giappone nel 2011: il gonococco, il batterio responsabile dell’infezione, è diventato resistente al ceftriaxone, principale rimedio contro la malattia. A favorire questa resistenza è stata la localizzazione del germe a livello della faringe, dove avrebbe “appreso” da altri batteri a resistere all’antibiotico. Per contrastare il pericolo della diffusione del fenomeno, secondo gli esperti, l’offerta della vaccinazione dovrebbe essere globale.