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In occasione della XVIII edizione del Congresso mondiale di Psichiatria dinamica, coordinato in Italia da International Foundation Erich Fromm, si è cercato di fare il punto circa il rapporto delle persone con la tecnologia, la dipendenza e le malattie mentali che ne possono derivare. Il quadro emerso dal dibattito, che ha coinvolto 160 tra psichiatri e psicologie e visto la partecipazione di 500 partecipanti, non è dei più rosei.
Nomofobia e altri rischi
Che il mondo di oggi ruoti sempre più attorno alla tecnologia è un concetto scontato, sarebbe insensato fare dell’anacronismo e cercare di sostenere il contrario. La tecnologia tocca ormai ogni ambito della nostra vita: dal lavoro all’organizzazione di un viaggio, dalla comunicazione alla diffusione e fruizione delle notizie. La dipendenza da smartphone – la nomofobia – in particolare è già un problema, anche se molti fanno finta di ignorarlo. Il 60% degli esperti intervenuti al congresso è convinto che tutta questa tecnologia porterà, nel prossimo futuro, a nuove forme di dipendenza. Il dito è ovviamente puntato contro l’uso smodato di internet e degli smartphone, quasi certamente tra le principali cause dei futuri nuovi casi di disturbi neurocognitivi come la demenza e l’amnesia.
Le patologie più diffuse
Ma i problemi non si fermano qui, con tutta una serie di patologie e disturbi psicologici pronti a vedere incrementare la loro incidenza sulla popolazione. Anche in seguito alle dipendenze da tecnologia, internet e social, le forme delle malattie mentali assumeranno le sembianze di ansia, depressione, disturbi del sonno e dell’attenzione. I dati statistici parlano chiaro e corroborano le previsioni. Basti pensare che negli ultimi tre lustri tra le malattie più diffuse a livello mondiale ci sono depressione (59%), disturbi della personalità (23%) e ansia (18%).
La situazione in Italia
Nel nostro Paese la situazione è leggermente differente con una particolare forma di depressione, quella reattiva, a fare la parte del leone con il 60% di incidenza in tema di malattie cognitive. La depressione reattiva è caratterizzata da un cattivo stato d’animo con attacchi di panico e disturbi alimentari, tra cui l’anoressia. Questo tipo di problemi sembrerebbe avere un’incidenza maggiore nelle regioni italiane più ricche, con le persone che non riescono a rientrare in possesso della propria vita per il troppo lavoro e i ritmi elevati.