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Con un decesso ogni 10 minuti, malattie cardiovascolari e infarto sono la prima causa di morte delle donne, ma la maggioranza non ne è consapevole e una donna su due pensa che il rischio di avere un infarto sia maggiore negli uomini.
Un’errata percezione del rischio
Per comprendere la percezione maschile e femminile del rischio cardiovascolare è stata effettuata da Eikon Strategic Consulting un’indagine. Un campione rappresentativo della popolazione italiana è stato intervistato sul tema e ne è emerso che il cuore è considerato una vulnerabilità maschile, mentre il tumore un problema femminile. Solo 2 donne su 10 sono consapevoli che la prima causa di morte sono le malattie cardiovascolari, mentre 6 su 10 indicano il tumore. Della stessa convinzione anche gli uomini: il 77 per cento pensa che il rischio d’infarto sia una prerogativa maschile.
Dolore e altri sintomi
Il sintomo caratteristico dell’infarto, il dolore toracico, è correttamente indicato da oltre il 70 per cento degli intervistati, uomini e donne, ma meno della metà è in grado di riconoscere gli altri sintomi non specifici. La maggioranza degli intervistati (70 per cento) vorrebbe essere informata sui rischi cardiovascolari e sulle modalità di prevenzione, soprattutto dal proprio medico di base. Il 31 per cento vorrebbe trovare informazioni anche sul web.
Diversi campanelli d’allarme
Ciro Indolfi, presidente della Società Italiana di Cardiologia, ha indicato tra gli obiettivi primari quello di promuovere il benessere delle donne, diffondere la consapevolezza del rischio di malattie cardiovascolari e infarto e incoraggiare più efficaci strategie terapeutiche. Il messaggio importante che i cardiologi italiani vogliono diffondere riguarda anche la differenza dei sintomi dell’infarto che nelle donne sono frequentemente atipici. La medicina di genere ha evidenziato specificità nelle malattie cardiovascolari, ma anche disparità di trattamento. L’organismo femminile manda dei segnali d’allarme diversi da quelli dell’organismo maschile. In passato ciò è stato spesso motivo di una non corretta interpretazione dei sintomi, errori diagnostici e quindi trattamenti inappropriati.
Modificare lo stile di vita
L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) stima che oltre tre quarti della mortalità cardiovascolare globale possa essere prevenuta mediante l’attuazione di adeguate modifiche dello stile di vita e il controllo dei fattori di rischio, come ipertensione, ipercolesterolemia e il diabete che, da solo, raddoppia il rischio della donna di contrarre una malattia coronarica.