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In linea di massima, le donne sono più attente degli uomini alla propria salute. Infatti, si sottopongono più regolarmente ai controlli consigliati, rispettano le prescrizioni mediche, cercano di attuare le manovre preventive suggerite dagli esperti. Addirittura vigilano anche sullo stato di salute degli altri membri della famiglia. Eppure, presentano un rischio più elevato di malattie cardiache. E non certo per una predisposizione di genere. La colpa sarebbe della loro scarsa propensione a considerare con il giusto peso i fattori di rischio e i sintomi a carico dell’apparato cardiocircolatorio. Questa perlomeno è la tesi sostenuta da un recente studio condotto da un team di ricercatori francesi, del Paris Cardiovascular Research Centre, e presentato all’European Society of Cardiology Congress che si è tenuto recentemente a Londra.
Lo studio su oltre 11mila persone
La ricerca, molto ampia, ha coinvolto ben 11.420 persone di entrambi i sessi accomunate dal fatto di aver subito un arresto cardiaco. Gli autori hanno esaminato le loro cartelle cliniche allo scopo di ricostruire la storia e le dinamiche della loro patologia. In particolare, hanno cercato di capire se ci fossero dei fattori predisponenti o dei segnali di allarme che potessero far sospettare la presenza di malattie cardiache.
Medici e donne sottostimano i pericoli
L’analisi delle cartelle cliniche ha rivelato che il sesso femminile era più vulnerabile alle malattie cardiache. Infatti, il tasso di sopravvivenza prima del ricovero in ospedale era del 18% per le donne e del 26% per gli uomini. E ancora: solo il 26% delle donne ricoverate è stato sottoposto a un intervento di angioplastica a contro il 36% degli uomini. Questi dati, secondo gli esperti, dimostrano due cose. La prima è che le donne tendono a sottovalutare eventuali campanelli di allarme, come livelli elevati di colesterolo nel sangue o di pressione sanguigna. Il risultato? La malattia evolve senza che loro intervengano in alcun modo. Spesso ignorano anche i sintomi di un infarto acuto, ritardando così l’arrivo in pronto soccorso. La seconda evidenza è che anche i medici sovente non danno il gusto peso ai loro disturbi, intervenendo meno tempestivamente che negli uomini. “Quando le donne hanno un attacco di cuore sono in genere più anziane e tendono a essere più spesso diabetiche, entrambi fattori che aumentano il rischio di mortalità. Queste sono ovviamente condizioni pre-esistenti che non possono essere modificate anche con un trattamento migliore. Questi fattori, tuttavia, non sono probabilmente l’unica ragione per la mortalità elevata. La comunità medica deve ancora decidere quanto di questo squilibrio di genere nell’angioplastica sia dovuto alle caratteristiche intrinseche all’interno della popolazione femminile o a un atteggiamento sbagliato dei medici” hanno commentato gli autori.