Durante la pandemia sono stati gli “osservati speciali”. Ma i nonni restano ancora oggi una delle fasce più deboli quando si parla di Covid. Non solo nella fase dell’infezione ma anche dopo. Anche cioè in quello che viene definito Long Covid, uno strascico della malattia che può aumentare i rischi cardiovascolari.
Con questo termine si indica la sindrome che sta colpendo sempre più persone, sia che abbiano contratto la malattia da Sars-Cov-2 in una forma grave con necessaria ospedalizzazione, sia che si sia trattato di un’infezione più leggera, senza ricovero. Si tratta di una sindrome con diverse manifestazioni che permangono per settimane e addirittura per mesi dopo la guarigione.
Possono essere tanti e diversi. Si va dal mal di testa persistente alla difficoltà di concentrazione e di memoria (si identifica con il termine di nebbia mentale), dai disturbi dell’olfatto a quelli dell’udito, dalla stanchezza cronica ai dolori muscolari, dall’inappetenza alla debolezza che rende difficile compiere le normali attività.
«Le cause delle manifestazioni del Long Covid non sono ancora completamente definite» spiega il professor Massimo Galli, professore di infettivologia dell’Università di Milano. Tra le problematiche che si riscontrano ci sono anche quelle cardiovascolari. «Un’ipotesi accreditata per questa tipologia di problematiche suggerisce che siano correlate al persistere di una condizione di disfunzione endoteliale, il tessuto che riveste la superficie interna dei vasi sanguigni, dei vasi linfatici e del cuore» commenta il professor Galli.
«Il percorso per l’individuazione di trattamenti specifici per il Long Covid è ancora lungo» dichiara il professore Emerito di Cardiologia Bruno Trimarco. «Una prima, significativa risposta è già arrivata con lo studio “Combining L-Arginine with Vitamin C Improves Long-Covid Symptoms: The Nationwide Multicenter Lincoln Survey”, condotta su 1.390 pazienti recentemente pubblicato sulla rivista Pharmacological Research (IF 10,334), che ha dimostrato l’efficacia della terapia a base di L-Arginina e Vitamina C liposomiale nel migliorarne i sintomi.” Questa ricerca coordinata dallo stesso professor Trimarco e realizzata dal Consorzio Itme (International Translational Research and Medical Education), creato dall’Università Federico II di Napoli in collaborazione con l’Albert Einstein Institute of Medicine di New York con il professor Gaetano Santulli, cardiologo esperto di endotelio, ha visto il supporto di Damor, storica azienda farmaceutica italiana.
Fonti / Bibliografia
- Nutrients | Free Full-Text | The Role of Nutrients in Prevention, Treatment and Post-Coronavirus Disease-2019 (COVID-19)SARS-CoV-2 virus, infecting human cells via its spike protein, causes Coronavirus disease 2019 (COVID-19). COVID-19 is characterized by shortness of breath, fever, and pneumonia and is sometimes fatal. Unfortunately, to date, there is still no definite therapy to treat COVID-19. Therefore, the World Health Organization (WHO) approved only supportive care. During the COVID-19 pandemic, the need to maintain a correct intake of nutrients to support very weakened patients in overcoming disease arose. The literature available on nutrient intake for COVID-19 is mainly focused on prevention. However, the safe intake of micro- and/or macro-nutrients can be useful either for preventing infection and supporting the immune response during COVID-19, as well as in the post-acute phase, i.e., “long COVID”, that is sometimes characterized by the onset of various long lasting and disabling symptoms. The aim of this review is to focus on the role of nutrient intake during all the different ...
- Long COVID: che cos’è e quali sono i sintomi - HumanitasStanchezza, difficoltà a concentrarsi, mal di testa: sono alcuni dei sintomi del long COVID, sindrome clinica che può colpire chi ha avuto COVID-19.
- Galli Massimo | Università degli Studi di Milano Statale
- Combining L-Arginine with vitamin C improves long-COVID symptoms: The LINCOLN Survey - PubMedOur survey indicates that the supplementation with L-Arginine + Vitamin C has beneficial effects in Long-COVID, in terms of attenuating its typical symptoms and improving effort perception.