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L’uso di cosmetici, gli interventi di chirurgia plastica sulla palpebra, le iniezioni di tossina botulinica a effetto anti-aging e altre procedure cosmetiche si possono considerare come fattori di rischio scatenanti per la malattia dell’occhio secco. Sono queste le conclusioni cui è giusta una ricerca della società scientifica Tear Film & Ocular Surface Society (Tfos), leader nella ricerca sulla superficie oculare con sede a Boston, che ha organizzato un incontro di esperti internazionali European Tfos Ambassador Meeting a Roma.
Colpite soprattutto le donne
Nel corso del meeting è parlato di malattie croniche e gravi della superficie oculare ma anche di stili di vita che possono avere un impatto negativo sull’occhio e favorire la comparsa di disturbi come quello dell’occhio secco. Si tratta di una patologia che colpisce milioni di persone nel mondo, soprattutto donne, e definita dall’Oms “tra i più ignorati e sottovalutati disturbi della società moderna”. Secondo lo studio Tfos Dews II, il make-up per esempio può divenire un nemico del film lacrimale perché particelle di cosmetici possono migrare sulla superficie oculare alterando il delicato film idrolipidico che la ricopre.
Occhio a mascara ed eyeliner
Il mascara sembra essere l’indagato principale: dopo 3 mesi di utilizzo, microbi sono presenti in oltre il 30% degli spazzolini, anche quando usati in maniera esclusiva da una sola persona. Sebo, cellule morte, acari e batteri si accumulano sull’applicatore e contaminano tutto il prodotto e con l’applicazione passano sulle ciglia e da lì agli occhi. “Alcuni ingredienti contenuti nei cosmetici poi possono contribuire a rendere più sottile lo strato oleoso del film favorendo una più rapida evaporazione e contribuendo alla secchezza” ha spiegato Piera Versura del Dipartimento di Medicina specialistica diagnostica e sperimentale dell’Università di Bologna. Una ricerca condotta all’Università di Waterloo ha dimostrato che il 15-30% dell’eyeliner applicato sulle rime palpebrali migra sulla superficie dell’occhio entro 5 minuti dall’applicazione.
Creme anti età
Così come i retinoidi, sostanze trattanti comunemente contenute nelle creme anti-età per il viso e in alcuni casi anche in quelle per il contorno occhi possono avere effetti negativi sulla funzione delle ghiandole di meibomio, le ghiandole escretorie interne dell’occhio, e possono contribuire a peggiorare la secchezza. La maggiore incidenza della malattia dell’occhio secco tra le donne e l’uso diffuso di cosmetici per gli occhi richiedono oggi una attenta ricerca per valutare l’effettiva sicurezza dei trattamenti per le donne che si truccano e arrivare a una progressiva diminuzione degli ingredienti che possono interferire con la salute oculare.
Fonti / Bibliografia
- TFOS - Tear Film & Ocular Surface SocietyTFOS - Tear Film & Ocular Surface Society