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Uno studio, condotto dal professor Francesco D’Aiuto dell’UCL Eastman Dental Institute di Londra e membro Sidp, Società italiana di parodontologia e implantologia, ha indicato come, soffrire di parodontite, potrebbe raddoppiare il rischio di un’altra malattia, la pressione alta.
Un legame rivelatore
Gengive infiammate e che sanguinano, uno dei tratti distintivi della parodontite, potrebbe essere il sintomo che qualcosa non va anche a livello pressorio e aiutare così a rivelare tutti quei casi in cui l’ipertensione è asintomatica, non si manifesta cioè con evidenti disturbi.
Lo studio, pubblicato su Hypertension, ha coinvolto 500 partecipanti, di cui 250 con una grave parodontite. È emerso che a soffrire di pressione alta era il 14% delle persone con parodontite contro il 7% del gruppo di controllo, a parità di tutti gli altri fattori di rischio. Questa indagine è servita a dimostrare che il legame tra parodontite e pressione alta si instaura ben prima che si sviluppi il problema di ipertensione.
Un nemico silenzioso
L’ipertensione colpisce dal 30% al 45% della popolazione adulta nel mondo, un killer silente che nella maggior parte dei casi non da disturbi ed è tra le cause principali di morte prematura per infarto e ictus. La parodontite riguarda oltre il 50% degli individui. Secondo il professor D’Aiuto la ricerca indica che i batteri parodontali causano danni alle gengive e inducono anche una risposta infiammatoria sistemica che può favorire lo sviluppo di malattie sistemiche come l’ipertensione. Lo studio conferma anche il preoccupante numero di persone che potrebbe soffrire, inconsapevolmente, di pressione alta, con tutto il rischio di salute cardiovascolare che ciò comporta.