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Da tempo si sa che le sostanze inquinanti, e in particolare i Pfas, una famiglia di composti chimici utilizzata prevalentemente in campo industriale, sono pericolosi per la salute. Fra le altre cose, costituiscono una minaccia per la salute cardiovascolare. Fino a oggi però non si sapeva esattamente il perché. Ora un nuovo studio italiano aiuta a fare chiarezza: ha scoperto, infatti, che questi elementi aumentano la coagulazione del sangue e, dunque, predispongono a malattie come ictus, trombosi e infarto.
Lo studio sui Pfas in più fasi
Lo studio che ha individuato un legame fra esposizione ai Pfas e incremento della coagulazione del sangue è stato condotto da un team di ricercatori italiani, dell’università di Padova, e pubblicato sull’International Journal of Molecular Sciences. È stato effettuato in più fasi. In un primo momento gli autori hanno analizzato sia gli studi internazionali presenti in letteratura scientifica sia quelli realizzati dal Servizio epidemiologico regionale del Veneto: negli ultimi anni, infatti, nel sangue della popolazione di alcuni comuni veneti sono state rilevate concentrazioni particolarmente elevate di questi composti, per cui sono state compiute varie indagini. Ebbene, da queste analisi è emerso che l’inquinamento da Pfas effettivamente si associa a un aumento del rischio cardiovascolare.
Gli esperimenti in vitro
In un secondo momento, i ricercatori hanno fatto degli esperimenti in vitro, in laboratorio. Hanno così scoperto che gli inquinanti Pfas e soprattutto lo Pfoa (acido perfluoroottanoico), il principale inquinante ambientale del territorio veneto, alterano i normali meccanismi della coagulazione del sangue. Infatti, attivano in modo anomalo le piastrine, che quindi intervengono anche quando non ce ne sarebbe bisogno, coagulando il sangue in situazioni normali. Il risultato è che il rischio cardiovascolare sale.
La conferma clinica
Infine, gli studiosi hanno cercato conferma alle loro ipotesi in uno studio condotto in vivo su 78 persone. Tutte erano esposte costantemente ai Pfas, sebbene con modalità diverse. Gli esperti le hanno sottoposte ad alcuni test per valutare la coagulazione del sangue. Hanno così scoperto che, effettivamente, presentavano una aumentata attivazione delle piastrine e una tendenza alla loro aggregazione. “Questi dati potrebbero spiegare l’osservazione epidemiologica tra Pfas e patologie cardiovascolari, soprattutto se sussistono altri fattori di rischio noti per queste patologie, come diabete, obesità, fumo e alcol” hanno spiegato gli autori dello studio.
Fonti / Bibliografia
- IJMS | Free Full-Text | Increased Cardiovascular Risk Associated with Chemical Sensitivity to Perfluoro–Octanoic Acid: Role of Impaired Platelet AggregationPerfluoro–alkyl substances (PFAS), particularly perfluoro–octanoic acid (PFOA), are persisting environmental chemicals showing bioaccumulation in human tissues. Recently, exposure to PFAS has been associated with increased prevalence of cardiovascular diseases (CVDs). However, a causal role of PFAS in atherosclerosis pathogenesis is under-investigated. Here, we investigated the effect of PFOA exposure on platelets’ function, a key player in atherosclerosis process. PFOA accumulation in platelets was evaluated by liquid chromatography-mass spectrometry. Changes in platelets’ membrane fluidity and activation after dose-dependent exposure to PFOA were evaluated by merocyanine 540 (MC540) and anti P-Selectin immune staining at flow cytometry, respectively. Intracellular calcium trafficking was analyzed with Fluo4M probe, time-lapse live imaging. Platelets’ aggregation state was also evaluated with Multiplate® aggregometry analyzer in 48 male subjects livin...