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Il diabete mette a dura prova il cuore delle donne, più di quello degli uomini. È quanto emerge da uno studio italiano svolto in Toscana e presentato al meeting dell’Easd, l’Associazione europea per lo studio del diabete, a Stoccolma.
Il gender gap
Per la realizzazione della ricerca, il team ha raccolto e analizzato i dati dei ricoveri negli ospedali della Toscana in un periodo di 8 anni, dal 2005 al 2012, incrociandoli con i registri demografici regionali e un database dei pazienti diabetici. Su un totale di circa 3,2 milioni di abitanti sopra i 16 anni (per il 47% maschi), sono state conteggiate oltre 24.600 ospedalizzazioni per infarto miocardico acuto, quasi 27 mila per ictus ischemico e più di 17.628 per insufficienza cardiaca congestizia. I ricoveri per problemi cardiaci sono risultati maggiori come numero fra gli uomini, ma quando si valutava il rischio di infarto legato al diabete, i valori schizzavano in alto per le donne, soprattutto nella fascia di età tra i 45 e i 54 anni, dove si raggiungeva uno scarto del 34% rispetto alla controparte maschile. Il gap tra i due sessi valeva anche per ictus e insufficienza cardiaca congestizia.
Lo svantaggio femminile
I dati sullo “svantaggio” femminile sembrano confermati anche da un’altra ricerca, questa volta cinese, presentata sempre all’Easd. Si tratta di una revisione sistematica di 19 studi che coprono quasi 11 milioni di pazienti da cui emerge che le donne diabetiche hanno circa il 40% in più di probabilità di soffrire di sindrome coronarica acuta (infarto o angina). Secondo i ricercatori italiani l’extra rischio di eventi cardiovascolari legato al diabete mostra significative differenze di genere. Le pazienti donne risultano particolarmente svantaggiate per quanto riguarda il rischio di infarto, poiché il gap scatta prima, intorno all’età della menopausa, e quindi dura di più. Per ictus e scompenso la forbice si apre dopo, nel periodo post-menopausa.