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La lista, già nutrita, di effetti collaterali legati all’uso di Pfas potrebbe arricchirsi di una nuova voce: sembra che queste sostanze chimiche di sintesi utilizzate in diversi settori possano interferire con il recettore della vitamina D, favorendo l’osteoporosi. A dirlo uno studio condotto da un gruppo di ricercatori italiani, dell’Università degli Studi di Padova, e pubblicato sulla rivista scientifica Endocrine.
Che cosa sono i Pfas
I Pfas, per esteso composti perfluorurati, sono sostanze chimiche di sintesi che vengono utilizzate a diversi scopi, per esempio per produrre pellicole fotografiche, schiume antincendio, detergenti per la casa. Vengono impiegate anche per rendere resistenti ai grassi e all’acqua tessuti, carta (per i cartoni della pizza), rivestimenti per contenitori di alimenti. Queste sostanze possono essere presenti in pitture e vernici, farmaci e presidi medici. Essendo dotati di una grande esistenza termica e chimica, i Pfas non riescono a essere eliminati facilmente. Per questa ragione, sono considerati contaminanti ambientali molto pericolosi. Basti pensare che nelle falde acquifere delle province di Vicenza, Padova e Verona è stato rilevato un importante inquinamento da Pfas.
Studiati due gruppi di ragazzi
Lo studio ha coinvolto 117 ragazzi di sesso maschile e di età compresa tra i 18 e i 21 anni, che erano esposti costantemente all’inquinamento da Pfas. Tutti sono stati sottoposti a una serie di esami, in particolare per misurare il livello della vitamina D e la qualità dei suoi recettori, per valutare la densità minerale ossea e per indagare la presenza di osteopenia e osteoporosi. Gli autori hanno poi confrontato i dati raccolti con quelli di un analogo gruppo di controllo di giovani non esposti a questo inquinante. Lo scopo era capire se fra i due gruppi ci fossero delle differenze.
L’inquinamento riduce la densità ossea
Lo studio ha rivelato che l’inquinamento da Pfas altera il recettore della vitamina D, inducendo una ridotta risposta delle cellule scheletriche a questo ormone, che si manifesta con una minor mineralizzazione ossea. Si è visto, infatti, che nei ragazzi esposti all’inquinamento da Pfas, la densità minerale ossea era significativamente inferiore rispetto a quella dei ragazzi del gruppo di controllo. Non solo: nel primo gruppo il 24% dei soggetti presentava una maggior frequenza di osteopenia e osteoporosi, mentre nel secondo solo il 10%. “Questi risultati suggeriscono un’interferenza dei Pfas con lo sviluppo scheletrico, così come altri interferenti endocrini non considerati in questo studio” hanno commentato gli esperti.
Fonti / Bibliografia
- Perfluoroalkyl substances and bone health in young men: a pilot study | EndocrinePerfluoroalkyl substances (PFAS) are a class of endocrine-disrupting chemicals. Toxicological studies indicate that PFAS accumulate in bone tissue and coul