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Un nuovo collirio basato su sostanze naturali contenute nel cordone ombelicale potrebbe dare una speranza in più a chi soffre di glaucoma. Lo ha brevettato un gruppo di ricercatori dell’Università di Bologna dopo che il suo effetto neuroprotettivo è stato dimostrato in studi di laboratorio. Al suo interno, gli studiosi hanno individuato una serie di fattori di crescita in grado di contrastare il glaucoma. Gli stessi effetti riparativi potrebbero essere efficaci anche su altri tipi di malattie degenerative oculari.
Può portare alla cecità
Con il termine glaucoma si identifica oggi un gruppo di patologie oculari causate dalla degenerazione del sistema nervoso centrale dovuta all’invecchiamento. Colpiscono oggi circa un milione di italiani: si stima che ne sia affetto tra l’1 e il 2% di chi ha più di 40 anni e il 5% di chi ha più di 70 anni. Il glaucoma è caratterizzato da un aumento della pressione intraoculare e da fenomeni degenerativi che influenzano la testa del nervo ottico causando un progressivo deterioramento del campo visivo e danni permanenti della vista. La malattia è spesso definita come “ladro silenzioso della vista” perché nella maggior parte dei casi non dà sintomi e, se non curata in tempo, può portare alla cecità.
Merito dei fattori di crescita
Oggi viene trattato principalmente con nutraceutici (integratori alimentari) sulla cui effettiva efficacia non c’è certezza. Il nuovo collirio è invece un prodotto di origine naturale, non derivante da tecnologie di sintesi, testato a partire dal 2007 su individui affetti da forme severe di secchezza oculare: ha dimostrato di essere in grado di comportare un’importante riduzione del dolore. Da ciò l’intuizione sulle sue potenzialità di esercitare effetti riparativi sulle cellule nervose danneggiate, grazie all’insieme di fattori di crescita che caratterizza, in natura, il sangue del cordone ombelicale.
Anche per altre malattie
Il collirio si basa, infatti, sull’utilizzo di una parte del sangue contenuto nel cordone ombelicale donato al momento del parto dalle madri, dopo avere rimosso le cellule staminali utilizzabili a fini di trapianto. Nel siero di questo sangue ci sono una serie di fattori di crescita in grado di esercitare un’azione riparatoria. Una volta sperimentato il prodotto sui malati di glaucoma, i ricercatori auspicano che gli stessi effetti riparativi si possano riscontrare anche su altre malattie degenerative oculari.
Fonti / Bibliografia
- UniboMagazineIl giornale online dell'Università di Bologna: notizie e appuntamenti dal mondo dell'Alma Mater