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Il fuoco di Sant’Antonio definito in termini medici Herpes Zoster, è una malattia infettiva causata dalla riattivazione del virus della varicella. Può essere invalidante per chi è costretto a conviverci e causare dolori in grado di ledere alla qualità della vita. Si tratta di una malattia che negli adulti può riattivarsi con complicazioni anche gravi. In Italia, ogni anno ci sono circa 150mila nuovi casi. Il problema è che per il 30% degli over 50, l’herpes zoster porta a complicanze anche gravi. Un nuovo vaccino promette però di migliorare la situazione.
Vaccino ancora poco diffuso
Come sottolineato dal direttore dell’Unità operativa complessa di Igiene e Sanità pubblica dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria, Sandro Giuffrida, oppioidi e antidepressivi sono spesso poco efficaci contro una nevralgia profonda come quella causata dal fuoco di Sant’Antonio. Una soluzione ci sarebbe, ma è ancora troppo poco diffusa. Si tratta del vaccino, che è previsto dal Piano nazionale di prevenzione vaccinale ed inserito nei Livelli essenziali di assistenza (Lea), ma che in pochi fanno, con una media molto bassa vicina al 10%.
Occasione da sfruttare
La notizia che potrebbe cambiare questa condizione nella lotta all’herpes zoster è il prossimo arrivo anche in Italia di un nuovo vaccino, più performante ed efficace. Come spiega Giuffrida, in questo senso il Covid-19 sta giocando un ruolo negativo, perché mette in secondo piano le altre vaccinazioni. Al contempo, però, l’emergenza sanitaria ha aumentato la sensibilità delle fasce più deboli della popolazione (anziani in primis), sul tema vaccini e rappresenta un’opportunità. Infatti, i medici di famiglia che consigliano il vaccino contro il Covid-19 potrebbero sfruttare l’occasione per prescrivere anche quello contro il fuoco di Sant’Antonio, specie nei soggetti a rischio.
Dura 7 anni
Il vaccino non è stagionale, ha durata settennale e può essere fatto in ogni momento. Il consiglio del direttore è rivolto soprattutto a chi ha superato i cinquant’anni e convive con patologie quali diabete o malattie polmonari, che comportano cure immunosoppressive. Questo aspetto è fondamentale per comprendere l’importanza del nuovo vaccino. Infatti, a differenza di quella attualmente in uso, la nuova terapia preventiva può essere somministrata anche a persone immunocompromesse. E non è una cosa da poco, visto che il fuoco di Sant’Antonio è molto frequente proprio in questo tipo di soggetti.
Il parere dell’esperto
Il nuovo vaccino è una vera e propria rivoluzione, come spiega Andrea Gori, direttore dell’Unità operativa complessa di Malattie infettive del Policlinico di Milano, professore di Malattie infettive all’Università degli Studi di Milano. Questa nuova arma è molto efficace anche come protezione da un’eventuale riattivazione del fuoco di Sant’Antonio, garantisce l’immunità oltre i sette anni garantiti dall’attuale vaccino e permette di regalare sollievo a pazienti nel complesso e doloroso processo post herpes.